24 agosto 2023
Come noto la procedura di divorzio consensuale è necessaria per porre fine al matrimonio ed eliminare ogni legale con l’ex coniuge: solo il divorzio (a differenza della separazione) fa cessare il diritto di succedere e permette di risposarsi. Sono molte le questioni che coinvolgono i divorzi consensuali. Cerchiamo di offrire una guida completa rispondendo alle domande più frequenti: che differenza c’è tra divorzio consensuale e giudiziale? Quali sono i presupposti e i documenti necessari? Quale è la procedura o le procedure da seguire? Quanto costa e chi paga le spese per il divorzio? Come noto, poi, più di recente è stata introdotta anche la negoziazione assistita da avvocati, con la quale è possibile in tempi brevi formalizzare un divorzio consensuale senza necessità di attivare la procedura in Tribunale: i due strumenti sono quindi alternativi, essendo conveniente l’uno o l’altro a seconda dei casi.
Divorzio consensuale e differenze da quello giudiziale
Anzitutto è da chiarire che non sempre è possibile procedere in via congiunta. Il divorzio consensuale, come indica il nome e come la Separazione consensuale, implica il consenso di entrambi i coniugi: serve una condivisione non solo sulla volontà di divorziare ma anche sul contenuto dell’accordo.
In assenza di accordo su ogni punto, non resta che la strada della procedura giudiziale. In questa diversa ipotesi ogni coniuge più rivolgersi al Tribunale, che poi provvederà a convocare anche l’altro.
Questa diversa procedura è più lunga e costosa. Come per la separazione, sarà fissata anzitutto una prima udienza nella quale il giudice prenderà i provvedimenti provvisori (assegno per il coniuge, assegni per i figli, assegnazione della casa coniugale, ecc.). la causa, poi, proseguirà con ulteriori memorie ed eventuali prove. Solo dopo una procedura di qualche anno il giudice pronuncerà la sentenza di divorzio giudiziale (è possibile però chiedere che il giudice faccia una sentenza solo parziale sullo status, in modo che il divorzio venga dichiarato subito e poi la causa prosegua solo sugli aspetti economici).
I presupposti per poter divorziare in modo congiunto
Come regola generale, il presupposto per poter chiedere il divorzio consensuale è quello della previa dichiarazione di separazione.
Nel nostro ordinamento, di massima, è infatti necessario prima separarsi e poi chiedere il divorzio, congiunto o giudiziale che sia.
In particolare si prevede che tra separazione e divorzio passino almeno 6 mesi se la separazione è avvenuta in modo consensuale e, invece, dodici mesi se la separazione era stata giudiziale.
Il termine dei 6 mesi si fa decorrere non dalla sentenza ma dal momento di poco antecedente in cui i coniugi sono comparsi davanti al giudice.
Ci sono poi dei casi limitati in cui il divorzio consensuale può essere fatto immediatamente, senza una previa separazione. Si tratta in particolari di ipotesi riconducibili a questa casistica: quando il coniuge ottiene all’estero lo scioglimento o l’annullamento del matrimonio oppure quando il coniuge contrae all’estero un altro matrimonio; nell’ipotesi in cui sia accertato il compimento di reati particolarmente gravi a carico di uno dei coniugi; ove il matrimonio non sia stato consumato; sia passata in giudicato la sentenza di rettificazione di attribuzione del sesso.
I documenti necessari per la procedura di divorzio consensuale
Per procedere ai divorzi consensuali ci sono dei documenti che necessariamente vanno allegati al ricorso da presentare in Tribunale.
In genere vengono richiesti:
- i certificati di residenza e di stato famiglia dei coniugi;
- le dichiarazioni dei redditi degli ultimi te anni dei coniugi;
- la copia autentica dell’atto di matrimonio nel quale risulti annotata la separazione, da richiedere nel Comune dove il matrimonio è stato celebrato;
- la copia autentica della sentenza di separazione.
Poi, oltre a questi documenti, talvolta i Tribunale chiedono altro come le buste paga più recenti, la copia degli estratti conto, ecc..
Poi, il legale che segue la procedura di divorzio consensuale, valuterà secondo il caso concreto se serve altro soprattutto se l’accordo abbia un contenuto ulteriore come eventuali trasferimenti di proprietà di auto o immobili, di quote societarie, ecc.
Il contenuto dell’accordo di divorzio congiunto
Il divorzio consensuale deve contenere l’indicazione di ciò che le parti hanno convenuto in ordine agli aspetti da regolare.
Generalmente le questioni da regolare sono le seguenti:
- affidamento dei figli se ci sono (se esclusivo o condiviso, rappresentando quest’ultimo la regola);
- la permanenza dei figli con un coniuge e l’altro (residenza, diritto di visita, pernottamenti e vacanze con un genitore e con l’altro);
- l’eventuale assegno di mantenimento che un genitore deve pagare all’altro per i figli: di solito l’assegno tiene conto delle differenze di reddito tra i coniugi e del fatto che i figli permangano più con un genitore che con l’altro;
- la ripartizione delle spese straordinarie per i figli: si può pattuire una divisione al 50% o con altra percentuale, soprattutto se i coniugi hanno redditi diversi;
- l’eventuale assegnazione della casa coniugale: è possibile se i figli stanno prevalentemente con un genitore e l’assegnazione garantisce ai figli la possibilità di continuare a vivere nella casa famigliare;
- l’eventuale assegno di mantenimento dovuto da un coniuge all’altro: può essere giustificato in relazione alle differenze di reddito tra i coniugi;
- ci possono poi essere contenuti ulteriori come ad esempio trasferimenti di proprietà anche di immobili.
La procedura di divorzio consensuale in Tribunale
La procedura in Tribunale è quella che tradizionalmente è stata utilizzata per definire un divorzio consensuale.
È utile l’assistenza di un avvocato: spesso sono due, uno per ogni parte, ma ne può bastare anche uno soltanto. È preferibile che siano due se le parti non siano d’accordo su tutto e occorra l’avvocato non solo per formalizzare in Tribunale l’accordo ma anche per negoziare la soluzione.
Ove invece le parti siano d’accordo su tutto può essere sufficiente anche l’assistenza di un avvocato comune: chiaramente i costi, come poi diremo, possono essere inferiori. Questo è un aspetto che differenza la procedura per divorzio consensuale in Tribunale da quella fatta con la negoziazione assistita: in Tribunale non è necessario che i coniugi abbiano due avvocati, uno per ognuno, mentre per la negoziazione assistita è prevista la presenza di più avvocati, di modo che ogni parte ne abbia almeno uno.
La procedura di divorzio attraverso la negoziazione assistita
Il decreto legge 12 settembre 2014 n. 132 ha apportato, tra l’altro, consistenti novità in materia di separazione e divorzio consensuale con e senza avvocati.
Attraverso l’istituto della negoziazione assistita da un avvocato divorzista o matrimonialista, infatti, è possibile addivenire a una separazione o a un divorzio consensuali nonché alla modifica delle condizioni di separazione o di divorzio ad esempio per la misura dell’assegno di mantenimento in tempi molto veloci.
Tale procedura si affianca a quella tradizionale in Tribunale, essendo come detto possibile ancor oggi chiedere la separazione o il divorzio consensuale anche con un ricorso congiunto. Peraltro, per la mia esperienza di avvocato divorzista, la procedura tradizionale resta una procedura da utilizzare sia perché i tempi sono comunque relativamente brevi (qualche mese) e sia per la possibilità di fare la procedura con un solo avvocato (cosa non consentita con la negoziazione assistita).
La rapidità di questa procedura alternativa, prevista attraverso la negoziazione assistita da avvocati (in ipotesi pochissimi giorni), deriva dal fatto che non è necessario l’intervento del Tribunale: i coniugi, anziché depositare un ricorso avanti al Tribunale in cui chiedono la separazione o il divorzio in modo congiunto, potranno rivolgersi direttamente agli avvocati divorzisti così da formalizzare un accordo di negoziazione assistita da avvocati appunto per il divorzio o la separazione consensuale.
L’accordo di negoziazione assistita da un avvocato divorzista, una volta sottoscritto dai coniugi, si sostituisce alla sentenza di divorzio o separazione consensuale.
Procedura di negoziazione assistita per il divorzio consensuale: quali sono i vantaggi?
I vantaggi sottesi all’introduzione di questo nuovo istituto relativo alla negoziazione assistita da avvocati per il divorzio o la separazione consensuale sono anzitutto rappresentati dal fatto che si tratta di una procedura veloce, che consente tempi molto più brevi rispetto a quelli delle corrispondenti procedure di separazione e divorzio consensuale da seguire in Tribunale.
Viceversa, nella procedura in tribunale, una volta predisposto il ricorso anche congiunto, il Tribunale fisserà comunque un’udienza dopo alcuni mesi: mediamente almeno 3-6 mesi, almeno per la mia esperienza di avvocato divorzista.
La procedura è veloce e ha tempi brevi perché gli avvocati divorzisti che seguono la negoziazione assistita per la separazione o il divorzio consensuale in pochi giorni possono formalizzare un tale accordo che sostituisce la sentenza, trasmettendolo al Comune in cui il matrimonio fu iscritto o trascritto.
Come detto, però, per legge è necessaria l’assistenza di un avvocato per ogni parte: per cui, ove le parti siano già d’accordo, forse può essere più conveniente per i costi di assistenza la procedura in Tribunale.
Quali sono i presupposti utilizzare la negoziazione assistita per divorziare in modo congiunto?
La legge di conversione del decreto legge ha anzitutto innovato perché oggi si richiede nella negoziazione assistita che ogni coniuge della separazione o del divorzio consensuale sia assistito dal proprio avvocato divorzista di fiducia, escludendosi quindi la possibilità di ricorrere a un unico avvocato divorzista o matrimonialista. Ciò inciderà in parte nei costi di assistenza nella separazione e divorzio giacché, appunto, ogni coniuge dovrà avere il proprio difensore, anche se vi sia accordo e quindi si proceda in via consensuale, senza che sia possibile dividere il costo dell'unico comune. Tale regola sembra in controtendenza rispetto all'intervento innovatore, diretto a semplificare e velocizzare: peraltro imponendo due difensori in una separazione congiunta che, se proposta in Tribunale, non ne ha la necessità. Forse l'imposizione deriva dall'assenza del controllo del giudice, che appunto manca in questa procedura: come a dire che l'assistenza di un legale per ogni parte dovrebbe garantire, appunto, che gli interessi di entrambi i coniugi nella separazione e nel divorzio consensuale ma con negoziazione assistita siano garantiti.
Soprattutto la legge di conversione ha ampliato la possibilità di ricorrere a questo nuovo strumento, anche in ipotesi in cui prima non era applicabile. Oggi, infatti, la negoziazione assistita da avvocati per il divorzio (cessazione degli effetti civili del matrimonio o scioglimento del matrimonio) o la separazione consensuale è possibile, non solo per regolare i diversi aspetti dell’accordo incluso l’assegno di mantenimento, ma anche se:
- vi sia la presenza di figli minori;
- vi sia la presenza di figli maggiorenni incapaci, maggiorenni economicamente non autosufficienti o maggiorenni portatori di handicap grave.
In questi casi il raggiunto accordo di separazione o divorzio in via consensuale con la negoziazione dovrà essere inviato al Procuratore della Repubblica del Tribunale competente per la necessaria autorizzazione.
Se il Procuratore non ritiene che l’accordo risponda all’interesse dei figli, lo trasmetterà al Presidente del Tribunale, che entro trenta giorni fisserà udienza per la comparizione delle parti.
Se invece non vi sono figli minori o maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave, l’accordo di separazione e divorzio raggiunto in via consensuale sarà sempre trasmesso al Procuratore della Repubblica ma solo per il nullaosta.
In ogni caso nell’accordo si deve indicare che gli avvocati hanno tentato la conciliazione dei coniugi, li hanno informati dell’esistenza della mediazione familiare e dell’importanza che il figlio minore trascorra il tempo adeguato con i genitori.
Gli avvocati divorzisti dovranno poi inviare all’ufficiale dello stato civile del Comune in cui il matrimonio fu iscritto o trascritto la copia autenticata dell’accordo.
Inoltre, la decisione dei coniugi di addivenire a una separazione o a un divorzio (cessazione degli effetti civili del matrimonio o scioglimento del matrimonio) deve essere necessariamente consensuale: l’accordo di separazione può essere già nella sostanza raggiunto dalle parti che si rivolgono all’avvocato oppure può trovarsi a seguito dell’attività dell’avvocato divorzista o matrimonialista, che riceve l’incarico per la negoziazione assistita da avvocati.
Quanto costa un divorzio consensuale?
Il costo di un divorzio consensuale può essere molto variabile: può partire da 1000,00 euro oltre a tasse o poco più, ma può lievitare anche a diverse migliaia di euro se non decine.
Ciò che può far lievitare il costo è:
- Il valore della pratica: i redditi dei coniugi, la presenza di un patrimonio ecc. In generale i compensi aumentano all’aumentare del valore delle questioni di cui si discute per cui una separazione tra persone che hanno redditi bassi può costare molto meno di una separazione tra milionari.
- la complessità della vicenda: la procedura in Tribunale è standard e non ha grandi complessità di solito. Quello che complica un divorzio o una separazione consensuale è la fase di trattativa: non sempre è facile negoziare un accordo. E chiaramente l’impegno e il tempo impiegato possono far alzare anche molto i costi di una separazione.
- La presenza di pattuizioni particolari come ad esempio quelle che hanno ad oggetto il trasferimento di proprietà di beni: nel divorzio consensuale è possibile trasferire la proprietà di beni, come la casa coniugale. Chiaramente la presenza di un trasferimento richiede un contenuto ulteriore all’atto e costi maggiori.
È possibile divorziare senza l’assistenza di un avvocato divorzista?
La legge in commento prevede anche la possibilità che i coniugi stipulino la convenzione di divorzio o separazione consensuale direttamente avanti il sindaco del Comune di residenza di uno di loro o del Comune presso cui è iscritto o trascritto il matrimonio, con l’assistenza facoltativa dell’avvocato divorzista. I presupposti di tale separazione sono i medesimi della negoziazione assistita dall’avvocato.
I limiti di tale procedura, in cui le parti non sono assistite da un avvocato divorzista o matrimonialista, possono essere individuati:
- nel fatto che tale accordo di separazione formalizzato avanti all'ufficiale dello stato civile del Comune non può contenere patti di trasferimento patrimoniale: la previsione lascia dunque intendere che, invece, negli accordi di negoziazione assistita da un avvocato divorzista per la separazione e il divorzio consensuale vi sia libertà di prevedere anche un tale contenuto ulteriore;
- nell’assenza del controllo di un soggetto terzo (l'avvocato divorzista o matrimonialista appunto) che, formando l’accordo di divorzio o separazione consensuale che le parti concludono, può consigliarle sulle scelte da intraprendere e controllare che l’accordo sia attuabile e valido.
Divorzio consensuale: conclusioni
La scelta sul tipo di procedura da seguire può tenere conto della situazione presente nel caso concreto.
L’avvocato divorzista sicuramente consiglierà il cliente al meglio tenendo conto di pro e conto di ogni procedura.
Il ruolo dell’avvocato divorzista che assume l’incarico di svolgere una negoziazione assistita da avvocati per il divorzio o la separazione consensuale può diventare essenziale nei casi in cui le parti abbiano la volontà di conciliare ma l’accordo non sia ancora raggiunto: l'avvocato divorzista potrà infatti mediare tra le reciproche posizioni.
In tutti i casi starà ovviamente ai coniugi decidere se l’assistenza di un avvocato divorzista sia necessaria o meno: ciò che c’è di positivo è che la disciplina assicura una possibilità di scelta e un percorso veloce con tempi brevi.
di Marco Ticozzi
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