21 agosto 2023
Separazione con negoziazione assistita: come funziona? Quale differenza vi è con la separazione consensuale tradizionale? Per esaminare le dinamiche della separazione consensuale, che può certo essere fatta con la tradizionale procedura in Tribunale ma anche con la negoziazione assistita, si deve fare riferimento al decreto numero 132 del 2014, che sull’argomento ha apportato delle novità. Infatti con l’aiuto di un avvocato divorzista o matrimonialista è possibile anche mettere in atto una separazione consensuale di questo tipo. Inoltre l’avvocato può essere di grande aiuto anche quando c’è da decidere per quanto riguarda alcune misure che rientrano nell’ambito della separazione, come l’attribuzione dell’assegno di mantenimento, l’affidamento dei figli o l’assegnazione della casa coniugale. La negoziazione assistita può essere utile perché può far rendere più veloci i tempi. Ma cosa c’è da sapere più esattamente per quanto riguarda la negoziazione assistita da avvocati per formalizzare la separazione consensuale o il divorzio di tipo consensuale? Spieghiamo meglio questi elementi.
Perché ricorrere per la separazione alla negoziazione assistita senza andare in Tribunale
La negoziazione assistita da avvocati è una procedura particolarmente rapida: anche in un mese o poco più è possibile formalizzare la separazione con la negoziazione assistita.
Si tratta pur sempre di una separazione consensuale perché la procedura porta alla separazione solo se gli incontri permettono di arrivare a un accordo condiviso. È quindi alternativa alla tradizionale procedura in Tribunale relativa alla separazione consensuale.
La scelta di un buon avvocato è fondamentale se si vuole procedere con la negoziazione assistita nel
Ma quali sono i vantaggi di ricorrere a questo tipo di procedura?
Sono diversi, vediamoli più nel dettaglio.
Differenza tra Separazione Consensuale e negoziazione assistita: la velocità della procedura
Un primo vantaggio di questa procedura, forse il più rilevante almeno in certi casi, è quello della rapidità. Si tratta di una procedura veloce, che consente di ottenere degli atti formali in tempi molto più brevi rispetto a quelli che si potrebbero avere in tribunale.
Anche tempi brevi, pochi giorni, gli avvocati possono formalizzare un accordo che sostituisce la sentenza. Poi sarà cura dell’avvocato divorzista trasmettere tutti gli atti al Comune in cui il matrimonio è stato trascritto.
I costi della negoziazione assistita per la separazione: differenza per il numero dei legali necessari
La velocità della procedura potrebbe anche significare una riduzione dei costi.
Ma non è detto: una delle principali differenze tra separazione consensuale in tribunale e separazione con la negoziazione assistita è che la prima può essere seguita anche da un solo avvocato (se i coniugi non hanno posizioni diverse e sono in accordo sulla soluzione) mentre la seconda necessita per legge di un avvocato per ogni parte.
Per cui è probabile che, almeno in alcuni casi (quando i coniugi hanno già un accordo) la separazione in tribunale sia preferibile dal profilo economico.
Negoziazione assistita separazione con figli minorenni
Facendo riferimento al decreto di cui abbiamo parlato precedentemente, possiamo dire che attualmente sono stati ampliati i criteri per i quali è possibile ricorrere alla negoziazione assistita dall’avvocato.
Infatti questo istituto per il divorzio e la separazione consensuale è possibile che sia attuato anche se c’è la presenza di figli minori o di figli maggiorenni incapaci o economicamente non autosufficienti. È necessario in questi casi che l’accordo raggiunto venga inviato al Procuratore della Repubblica, per ricevere un’autorizzazione specifica.
Nel caso in cui il Procuratore ritenga che l’accordo non corrisponda all’interesse dei figli, trasmette l’informazione al presidente del tribunale, che fissa l’udienza. Nella prassi capita che il procuratore chieda chiarimenti o integrazioni agli avvocati, evidenziando aspetti che lui ritenga problematici.
La divisione della casa coniugale
Uno dei problemi che si riscontra più facilmente e comunemente nel caso della separazione o del divorzio è quello relativo alla divisione della casa coniugale. Secondo la sentenza della Cassazione numero 28871 del 2021, si deve sempre, nello stabilire l’assegnazione della casa ad un coniuge, verificare se l’immobile era destinato a residenza familiare e quindi per tale ragione venga assegnato nella separazione al coniuge a cui vengono affidati i figli.
Ci sono comunque orientamenti diversi sulla divisione giudiziale della casa coniugale assegnata ad un coniuge, soprattutto per quanto riguarda la necessità di tenere conto della diminuzione del valore commerciale dell’immobile.
In particolare si attribuisce un carattere fondamentale al diritto dell’esclusivo interesse dei figli e non del coniuge affidatario. Proprio per una differenza di orientamenti, la questione è stata rimessa alle Sezioni Unite. Su questa sentenza rinviamo alla analisi presente nel Portale degli avvocati Divorzisti Italiani: Cassazione Sezioni Unite 9 giugno 2022 n. 18641.
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