Separazione con negoziazione assistita
Per esaminare le dinamiche della separazione
consensuale, che può certo essere fatta con la tradizionale procedura in
Tribunale ma anche con la negoziazione assistita, si deve fare riferimento al
decreto numero 132 del 2014, che sull’argomento ha apportato delle novità.
Infatti con l’aiuto di un
avvocato divorzista o matrimonialista è possibile anche mettere in atto una
separazione consensuale di questo tipo. Inoltre l’avvocato può essere di grande
aiuto anche quando c’è da decidere per quanto riguarda alcune misure che
rientrano nell’ambito della separazione, come l’attribuzione dell’assegno di
mantenimento, l’affidamento dei figli o l’assegnazione della casa coniugale.
La negoziazione assistita può
essere utile perché può far rendere più veloci i tempi. Ma cosa c’è da
sapere più esattamente per quanto riguarda la negoziazione assistita da
avvocati per formalizzare la separazione consensuale o il divorzio di tipo
consensuale? Spieghiamo meglio questi elementi.

Perché ricorrere per la separazione alla negoziazione assistita senza andare in Tribunale
La negoziazione assistita da
avvocati è una procedura particolarmente rapida: anche in un mese o poco più è possibile
formalizzare la separazione con la negoziazione assistita.
Si tratta pur sempre di una separazione
consensuale perché la procedura porta alla separazione solo se gli incontri permettono
di arrivare a un accordo condiviso. È quindi alternativa alla tradizionale procedura
in Tribunale relativa alla separazione consensuale.
La scelta di un buon avvocato è
fondamentale se si vuole procedere con la negoziazione assistita nel
Ma quali sono i vantaggi di
ricorrere a questo tipo di procedura?
Sono diversi, vediamoli più nel
dettaglio.
La separazione con negoziazione assistita è una procedura veloce
Un primo vantaggio di questa
procedura, forse il più rilevante almeno in certi casi, è quello della rapidità.
Si tratta di una procedura veloce, che consente di ottenere degli atti
formali in tempi molto più brevi rispetto a quelli che si potrebbero avere in
tribunale.
Anche tempi brevi, pochi giorni, gli
avvocati possono formalizzare un accordo che sostituisce la sentenza. Poi sarà
cura dell’avvocato divorzista trasmettere tutti gli atti al Comune in cui il
matrimonio è stato trascritto.
I costi della negoziazione
assistita per la separazione
La velocità della procedura
potrebbe anche significare una riduzione dei costi.
Ma non è detto: una delle principali
differenze tra separazione consensuale in tribunale e separazione con la
negoziazione assistita è che la prima può essere seguita anche da un solo
avvocato (se i coniugi non hanno posizioni diverse e sono in accordo sulla
soluzione) mentre la seconda necessita per legge di un avvocato per ogni parte.
Per cui è probabile che, almeno
in alcuni casi (quando i coniugi hanno già un accordo) la separazione in
tribunale sia preferibile dal profilo economico.
Separazione negoziazione assistita con figli minorenni
Facendo riferimento al decreto di
cui abbiamo parlato precedentemente, possiamo dire che attualmente sono stati
ampliati i criteri per i quali è possibile ricorrere alla negoziazione
assistita dall’avvocato.
Infatti questo istituto per il
divorzio e la separazione consensuale è possibile che sia attuato anche se c’è
la presenza di figli minori o di figli maggiorenni incapaci o economicamente
non autosufficienti. È necessario in questi casi che l’accordo raggiunto venga
inviato al Procuratore della Repubblica, per ricevere un’autorizzazione
specifica.
Nel caso in cui il Procuratore
ritenga che l’accordo non corrisponda all’interesse dei figli, trasmette
l’informazione al presidente del tribunale, che fissa l’udienza. Nella prassi
capita che il procuratore chieda chiarimenti o integrazioni agli avvocati,
evidenziando aspetti che lui ritenga problematici.
La divisione della casa coniugale
Uno dei problemi che si riscontra
più facilmente e comunemente nel caso della separazione o del divorzio è quello
relativo alla divisione della casa coniugale. Secondo la sentenza della
Cassazione numero 28871 del 2021, si deve sempre, nello stabilire
l’assegnazione della casa ad un coniuge, verificare se l’immobile era destinato
a residenza familiare e quindi per tale ragione venga assegnato nella
separazione al coniuge a cui vengono affidati i figli.
Ci sono comunque orientamenti
diversi sulla divisione giudiziale della casa coniugale assegnata ad un
coniuge, soprattutto per quanto riguarda la necessità di tenere conto della
diminuzione del valore commerciale dell’immobile.
In particolare si attribuisce un
carattere fondamentale al diritto dell’esclusivo interesse dei figli e
non del coniuge affidatario. Proprio per una differenza di orientamenti, la
questione è stata rimessa alle Sezioni Unite. Su questa sentenza rinviamo alla
analisi presente nel Portale degli avvocati Divorzisti Italiani: Cassazione Sezioni Unite 9 giugno 2022 n. 18641.