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Finta separazione: è un reato?

21 novembre 2022

Finta separazione: è un reato? Può capitare che in coniugi pongano in essere una finta separazione, di solito in modo consensuale: ma potrebbe essere fatta anche in via giudiziale. Le ragioni e i vantaggi che mirano di ottenere possono essere diversi. Nella sostanza si potrebbe avere un diverso reddito del nucleo famigliare al fine di ottenere un assegno sociale, il reddito di cittadinanza, altri vantaggi con il fosco ad esempio legati all’imo e alla questione prima casa o seconda casa, ecc. per altro verso, in altri casi, la finta e fittizia separazione può essere fatta per evitare l’aggressione dei beni da parte dei creditori: ad esempio capita di vedere che nella separazione la casa di proprietà del debitore sposato viene assegnata alla moglie (con un vincolo opponibile ai creditori fino alla indipendenza economica dei figli) o addirittura ceduta (cessione che potrebbe essere revocabile ex art. 2901 cc). Ma separarsi per finta è un reato?

Separazione finta e fittizia
Separazione finta e fittizia

Finta separazione: separazione e divorzio

Come noto, quando una coppia di coniugi affronta un periodo di crisi, prima di arrivare al divorzio deve passare quasi sempre per la procedura della separazione.

Si tratta di una fase transitoria e di passaggio che non spezza ancora il legale di matrimonio come il divorzio: i coniugi anche da separati ereditano in caso di morte di uno di loro e non si possono sposare.

Sostanzialmente durante questa fase, il giudice autorizza i coniugi, di fatto ancora sposati, a vivere in due abitazioni diverse, sospendendo dunque l’obbligo di coabitazione. Inoltre, viene meno anche l’obbligo di fedeltà coniugale, mentre permane quello relativo al mantenimento della prole e del coniuge più fragile dal punto di vista economico.

Separazione finta: cosa significa che è fittizia?

Non sempre la separazione avviene quando c’è una reale crisi del legame tra i coniugi: potrebbe anche essere finta e fittizia. Laddove la coppia dovesse avere problemi economici che abbiano comportato la necessità di pagare eventuali creditori, può succedere infatti che metta in scena, la cosiddetta separazione fittizia. In cosa consiste?

La finta separazione è un fenomeno sempre più diffuso. Marito e moglie si accordano per simulare una cessazione del matrimonio al fine di trasferire le proprietà immobiliari all’altro ed evitare così, che vengano pignorati quei beni che, a seguito di questo escamotage, di fatto sono entrati nel patrimonio dell’altro coniuge.

A questo punto, sorge spontanea la domanda circa le conseguenze inevitabili di tale condotta, avente ad oggetto la realizzazione di una finta e fittizia separazione. Si tratta in effetti, di un vero e proprio atto con intento fraudolento, punibile quindi, sia dal punto di vista penale che civile.

Allo stesso modo potrebbe essere ipotizzabile un reato se la fittizia e finta cessazione del matrimonio è utilizzata per appropriarsi dei vantaggi con il fisco: come ottenere un assegno sociale, il reddito di cittadinanza, altri vantaggi con il fisco ad esempio legati all’imo e alla questione prima casa o seconda casa, ecc.

Ma vediamo più nel dettaglio, quali sono i rischi a cui vanno incontro i coniugi che mettano in scena la separazione fittizia.

I rischi della separazione fittizia: è un reato separarsi per finta?

Inscenare una fittizia e finta separazione, può comportare conseguenze sia penali che civili per i coniugi. Partiamo col dire che la coppia di coniugi che simula una cessazione del matrimonio fittizia, infatti potrebbe rispondere a livello penale su due fronti: nell’ipotesi sopra vista nella quale la separazione fittizia è volta a danneggiare i creditori la responsabilità penale potrebbe esserci per il reato di truffa; nel caso, invece, in cui la separazione fittizia e finta sia diretta ad evadere le tasse potrebbe configurarsi il reato di sottrazione fraudolenta alla corresponsione delle imposte.

Quest’ultimo caso si verifica qualora l’obiettivo finale della messinscena, sia quello di evadere il Fisco, in particolare, con debiti per somme maggiori di 50.000 euro. Per questi due reati penali, è prevista la reclusione ed il pagamento di una multa, in misura proporzionale all’entità del reato stesso. Nello specifico per il reato di truffa, la reclusione va dai sei mesi ai tre anni, con multa da 51 euro fino ai 1032 euro.

Per il reato di sottrazione fraudolenta, la reclusione può variare dai sei mesi ai quattro anni, ma nel caso in cui la somma delle imposte evase, dovesse superare per importo i 200.000 euro, si va da minimo un anno a massimo sei anni di reclusione.

La separazione fittizia: tutela civile dei creditori

Per ciò che concerne invece l’aspetto civile della disunione finta e fittizia, sono gli stessi creditori a poter intervenire attraverso due modalità con cui dare dimostrazione dell’intento fraudolento, alla base della separazione dei coniugi. Tali modalità sono esplicate mediante due strumenti previsti dalla legge: l’azione simulatoria e l’azione revocatoria.

La prima delle due azioni, prevede che sia il giudice ad accertarsi che l’eventuale trasferimento del bene immobile, da un patrimonio all’altro, sia fittizio.

Appurato questo, il giudice dovrà altresì imporre al coniuge la restituzione del bene. Con l’azione revocatoria invece, dopo che il giudice avrà dichiarato non efficace il trasferimento rispetto al creditore, quest’ultimo potrà, entro cinque anni dal momento in cui è avvenuto il trasferimento, pignorare i beni alienati a terze parti.

Secondo quanto stabilisce la Cassazione, l’azione revocatoria si può applicare anche alla separazione finta e fittizia: occorre per la disciplina valutare se il trasferimento abbia natura onerosa o gratuita, il che può variare nel singolo caso.

Come noto, infatti, nel primo caso infatti, al creditore spetta il compito di dover dimostrare che l’atto fraudolento compiuto dal coniuge debitore e dal terzo soggetto, fosse intenzionale e consapevole. Nel secondo caso invece, sarà necessario dimostrare soltanto il dolo.

Quando vi è una finta separazione? Come si prova che è fittizia?

Chiaramente non tutte le separazioni sono finte e fittizie. Quando ci si separa con la volontà di farlo chiaramente si esercita un diritto.

Da ciò possono anche conseguire vantaggi anche con il fisco: una seconda casa potrebbe diventare prima e ciò ha rilievo fiscale; il reddito del nuovo nucleo ‘scomposto’ potrebbe essere inferiore i uno dei coniugi potrebbe avere diritto a un assegno sociale o al reddito di cittadinanza.

Chiaramente non è contestabile in questo caso l’eventuale vantaggio ottenuto.

Ciò che rileva è che la separazione sia vera e non finta.

Ma quando è fittizia?

È finta e fittizia quando i coniugi pongono in essere una separazione senza volerla, vale a dire senza la volontà di separarsi ma con la volontà di rimanere spostati.

Chiaramente la volontà interna non è conoscibile per cui la verifica di solito di compie con i comportamenti.

Vi è una fittizia e finta separazione se i coniugi, dopo la formalizzazione dell’accordo fittizio, continuano a comportarsi da coniugi: vivono assieme, fanno le vacanze assieme, escono assieme, ecc.

Chiaramente non è vietato che occasionalmente ciò possa capitare soprattutto se la coppia ha figli, essendo normale in questi casi che ci siano moment di condivisione.

Ma certamente la convivenza o il ripetersi di altri comportamenti tipici delle persone sposate può dimostrare che la cessazione del matrimonio è finta e fittizia.

La separazione dei beni: alternativa lecita alla fittizia e finta separazione

Resta da chiarire un aspetto molto importante che potrebbe, se ben conosciuto ed approfondito, porre fine al crescente numero di separazioni fittizie.

Esiste infatti, un’alternativa lecita che risolverebbe in buona sostanza, la questione almeno dal punto di vista patrimoniale, si tratta della separazione dei beni.

Non adottando la comunione dei beni, infatti, il singolo coniuge potrà conservare la titolarità rispetto a tutti i beni che acquista durante il matrimonio e di conseguenza, rispetto alla totalità del proprio patrimonio.

In poche parole, i patrimoni dei due coniugi, resteranno sostanzialmente divisi e distinti. La principale conseguenza della scelta operata dalla coppia di coniugi, circa l’esigenza di separare i propri beni, è di immediata intuizione: nel caso in cui uno dei due dovesse infatti avere dei creditori, potrà risponderne in prima persona, senza coinvolgere il patrimonio dell’altro coniuge. I creditori infatti verranno soddisfatti attraverso i beni di cui sarà titolare il solo coniuge debitore.

Ma chiaramente la separazione dei beni non permette di raggiungere quei vantaggi illeciti di cui parlavamo prima e che spingono qualcuno a realizzare una separazione fittizia: e per questa ragione capita di vedere separazioni finte e fittizie.

di Marco Ticozzi

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Marco Ticozzi Avvocato Venezia

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