Finta separazione: è un reato?
Finta separazione: è un reato?
Può capitare che in coniugi pongano in essere una finta
separazione, di solito in modo consensuale: ma potrebbe essere fatta anche in via giudiziale.
Le ragioni e i vantaggi che mirano di ottenere possono
essere diversi. Nella sostanza si potrebbe avere un diverso reddito del nucleo
famigliare al fine di ottenere un assegno sociale, il reddito di cittadinanza, altri
vantaggi con il fosco ad esempio legati all’imo e alla questione prima casa o seconda
casa, ecc. per altro verso, in altri casi, la finta e fittizia separazione può
essere fatta per evitare l’aggressione dei beni da parte dei creditori: ad
esempio capita di vedere che nella separazione la casa di proprietà del
debitore sposato viene assegnata alla moglie (con un vincolo opponibile ai
creditori fino alla indipendenza economica dei figli) o addirittura ceduta (cessione
che potrebbe essere revocabile ex art. 2901 cc).
Ma separarsi per finta è un reato?

Finta separazione: separazione e divorzio
Come noto, quando una coppia di coniugi affronta un periodo
di crisi, prima di arrivare al divorzio deve passare quasi sempre per la
procedura della separazione.
Si tratta di una fase transitoria e di passaggio che non
spezza ancora il legale di matrimonio come il divorzio: i coniugi anche da
separati ereditano in caso di morte di uno di loro e non si possono sposare.
Sostanzialmente durante questa fase, il giudice autorizza i
coniugi, di fatto ancora sposati, a vivere in due abitazioni diverse, sospendendo
dunque l’obbligo di coabitazione. Inoltre, viene meno anche l’obbligo di
fedeltà coniugale, mentre permane quello relativo al mantenimento della prole e
del coniuge più fragile dal punto di vista economico.
Separazione finta: cosa significa che è fittizia?
Non sempre la separazione avviene quando c’è una reale crisi
del legame tra i coniugi: potrebbe anche essere finta e fittizia. Laddove la
coppia dovesse avere problemi economici che abbiano comportato la necessità di
pagare eventuali creditori, può succedere infatti che metta in scena, la
cosiddetta separazione fittizia. In cosa consiste?
La finta separazione è un fenomeno sempre più diffuso.
Marito e moglie si accordano per simulare una cessazione del matrimonio al fine di trasferire
le proprietà immobiliari all’altro ed evitare così, che vengano pignorati quei
beni che, a seguito di questo escamotage, di fatto sono entrati nel patrimonio
dell’altro coniuge.
A questo punto, sorge spontanea la domanda circa le
conseguenze inevitabili di tale condotta, avente ad oggetto la realizzazione di
una finta e fittizia separazione. Si tratta in effetti, di un vero e proprio atto
con intento fraudolento, punibile quindi, sia dal punto di vista penale che
civile.
Allo stesso modo potrebbe essere ipotizzabile un reato se la
fittizia e finta cessazione del matrimonio è utilizzata per appropriarsi dei vantaggi con il fisco:
come ottenere un assegno sociale, il reddito di cittadinanza, altri vantaggi con il fisco ad esempio legati all’imo e alla questione prima casa o seconda casa,
ecc.
Ma vediamo più nel dettaglio, quali sono i rischi a cui
vanno incontro i coniugi che mettano in scena la separazione fittizia.
I rischi della separazione fittizia: è un reato separarsi per finta?
Inscenare una fittizia e finta separazione, può comportare conseguenze
sia penali che civili per i coniugi. Partiamo col dire che la coppia di coniugi
che simula una cessazione del matrimonio fittizia, infatti potrebbe rispondere a livello
penale su due fronti: nell’ipotesi sopra vista nella quale la separazione
fittizia è volta a danneggiare i creditori la responsabilità penale potrebbe esserci
per il reato di truffa; nel caso, invece, in cui la separazione fittizia e
finta sia diretta ad evadere le tasse potrebbe configurarsi il reato di sottrazione
fraudolenta alla corresponsione delle imposte.
Quest’ultimo caso si verifica qualora l’obiettivo finale
della messinscena, sia quello di evadere il Fisco, in particolare, con debiti
per somme maggiori di 50.000 euro. Per questi due reati penali, è prevista la reclusione
ed il pagamento di una multa, in misura proporzionale all’entità del reato
stesso. Nello specifico per il reato di truffa, la reclusione va dai sei mesi
ai tre anni, con multa da 51 euro fino ai 1032 euro.
Per il reato di sottrazione fraudolenta, la reclusione può
variare dai sei mesi ai quattro anni, ma nel caso in cui la somma delle imposte
evase, dovesse superare per importo i 200.000 euro, si va da minimo un anno a massimo
sei anni di reclusione.
La separazione fittizia: tutela civile dei creditori
Per ciò che concerne invece l’aspetto civile della disunione
finta e fittizia, sono gli stessi creditori a poter intervenire attraverso due
modalità con cui dare dimostrazione dell’intento fraudolento, alla base della
separazione dei coniugi. Tali modalità sono esplicate mediante due strumenti
previsti dalla legge: l’azione simulatoria e l’azione revocatoria.
La prima delle due azioni, prevede che sia il giudice ad
accertarsi che l’eventuale trasferimento del bene immobile, da un patrimonio
all’altro, sia fittizio.
Appurato questo, il giudice dovrà altresì imporre al coniuge
la restituzione del bene. Con l’azione
revocatoria invece, dopo che il giudice avrà dichiarato non efficace il
trasferimento rispetto al creditore, quest’ultimo potrà, entro cinque anni dal
momento in cui è avvenuto il trasferimento, pignorare i beni alienati a terze
parti.
Secondo quanto stabilisce la Cassazione, l’azione
revocatoria si può applicare anche alla separazione finta e fittizia: occorre
per la disciplina valutare se il trasferimento abbia natura onerosa o gratuita,
il che può variare nel singolo caso.
Come noto, infatti, nel primo caso infatti, al creditore
spetta il compito di dover dimostrare che l’atto fraudolento compiuto dal
coniuge debitore e dal terzo soggetto, fosse intenzionale e consapevole. Nel
secondo caso invece, sarà necessario dimostrare soltanto il dolo.
Quando vi è una finta separazione? Come si prova che è fittizia?
Chiaramente non tutte le separazioni sono finte e fittizie.
Quando ci si separa con la volontà di farlo chiaramente si esercita un diritto.
Da ciò possono anche conseguire vantaggi anche con il fisco: una
seconda casa potrebbe diventare prima e ciò ha rilievo fiscale; il reddito del
nuovo nucleo ‘scomposto’ potrebbe essere inferiore i uno dei coniugi potrebbe
avere diritto a un assegno sociale o al reddito di cittadinanza.
Chiaramente non è contestabile in questo caso l’eventuale vantaggio
ottenuto.
Ciò che rileva è che la separazione sia vera e non finta.
Ma quando è fittizia?
È finta e fittizia quando i coniugi pongono in essere una
separazione senza volerla, vale a dire senza la volontà di separarsi ma con la
volontà di rimanere spostati.
Chiaramente la volontà interna non è conoscibile per cui la
verifica di solito di compie con i comportamenti.
Vi è una fittizia e finta separazione se i coniugi, dopo la
formalizzazione dell’accordo fittizio, continuano a comportarsi da coniugi:
vivono assieme, fanno le vacanze assieme, escono assieme, ecc.
Chiaramente non è vietato che occasionalmente ciò possa
capitare soprattutto se la coppia ha figli, essendo normale in questi casi che
ci siano moment di condivisione.
Ma certamente la convivenza o il ripetersi di altri
comportamenti tipici delle persone sposate può dimostrare che la cessazione del matrimonio è
finta e fittizia.
La separazione dei beni: alternativa lecita alla fittizia e finta separazione
Resta da chiarire un aspetto molto importante che potrebbe,
se ben conosciuto ed approfondito, porre fine al crescente numero di
separazioni fittizie.
Esiste infatti, un’alternativa lecita che risolverebbe in
buona sostanza, la questione almeno dal punto di vista patrimoniale, si tratta
della separazione dei beni.
Non adottando la comunione dei beni, infatti, il singolo
coniuge potrà conservare la titolarità rispetto a tutti i beni che acquista
durante il matrimonio e di conseguenza, rispetto alla totalità del proprio
patrimonio.
In poche parole, i patrimoni dei due coniugi, resteranno
sostanzialmente divisi e distinti. La principale conseguenza della scelta
operata dalla coppia di coniugi, circa l’esigenza di separare i propri beni, è
di immediata intuizione: nel caso in cui uno dei due dovesse infatti avere dei
creditori, potrà risponderne in prima persona, senza coinvolgere il patrimonio
dell’altro coniuge. I creditori infatti verranno soddisfatti attraverso i beni
di cui sarà titolare il solo coniuge debitore.
Ma chiaramente la separazione dei beni non permette di raggiungere quei vantaggi illeciti di cui parlavamo prima e che spingono qualcuno a realizzare una separazione fittizia: e per questa ragione capita di vedere separazioni finte e fittizie.
di Marco Ticozzi