6 giugno 2023
L'utilizzo dell'assegno una tantum previsto nel divorzio è comune durante il processo di divorzio, poiché la sua natura implica l'impossibilità per il coniuge che lo riceve di richiedere in seguito un ulteriore assegno divorzile, anche in presenza di cambiamenti delle circostanze. Tale assegno comporta importanti implicazioni fiscali sia per chi lo corrisponde che per chi lo riceve. In questo articolo, analizzeremo i principali aspetti fiscali relativi all'assegno di divorzio una tantum, concentrandoci sulla deducibilità per chi lo corrisponde e sulla tassazione dell'importo per chi lo riceve.
Assegno divorzio una tantum tassazione: non deducibilità per chi lo corrisponde
Uno dei punti fondamentali da considerare riguardo all'assegno divorzile una tantum è la sua indeducibilità dal reddito del coniuge obbligato. Tale indeducibilità si evince indirettamente dalla formulazione dell'articolo 10, comma 1, lettera c) del Decreto del Presidente della Repubblica n. 917/1986. Secondo questa disposizione, dal reddito complessivo del contribuente sono deducibili "gli assegni periodici corrisposti al coniuge, ad eccezione di quelli destinati al mantenimento dei figli, in seguito a separazione legale ed effettiva, scioglimento o annullamento del matrimonio o cessazione dei suoi effetti civili, nella misura in cui derivano da provvedimenti dell'autorità giudiziaria."
Dalla norma si evince chiaramente che solo l'assegno di divorzio periodico è deducibile, mentre non viene menzionato nulla riguardo all'assegno divorzile una tantum. Questa conclusione è stata ulteriormente specificata dalla Cassazione, che ha ribadito che solo l'assegno periodico può essere dedotto ai fini dell'applicazione dell'IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), escludendo quindi l'assegno di divorzio una tantum.
Assegno divorzile una tantum: Non è considerato reddito per il beneficiario
Un'altra caratteristica importante dell'assegno divorzile una tantum è che non viene considerato un reddito per il coniuge che lo riceve. La Cassazione ha sottolineato questo aspetto, affermando che l'obbligazione tributaria relativa alla tassazione degli assegni periodici è limitata a tali importi assimilati a redditi da lavoro dipendente. In altre parole, gli assegni periodici sono soggetti a tassazione, mentre l'assegno divorzile una tantum non lo è.
Questa differenza di trattamento è motivata dalla tutela del coniuge beneficiario, che è economicamente più vulnerabile. Il legislatore ha scelto di escludere l'assegno una tantum dalla tassazione per proteggere il coniuge che si trova in una situazione di maggiore fragilità. Al contrario, gli assegni periodici, essendo assimilati a redditi da lavoro dipendente, sono soggetti a tassazione, ma possono essere dedotti dal reddito di chi li corrisponde.
Tassazione Assegno una tantum previsto nel divorzio: non va dichiarato
Dopo aver chiarito gli aspetti fiscali legati all'assegno di divorzio una tantum, è importante affrontare un ultimo punto: è necessario dichiarare l'assegno divorzile una tantum per chi lo riceve?
La risposta è no. A differenza dell'assegno di divorzio periodico, l'assegno una tantum non deve essere incluso nella dichiarazione dei redditi. Come abbiamo visto precedentemente, esso non costituisce un reddito per il beneficiario e, di conseguenza, non è soggetto a tassazione. Pertanto, non vi è alcun obbligo di dichiararlo nella dichiarazione dei redditi.
Conclusioni sulla tassazione dell’una tantum
L'assegno divorzile una tantum rappresenta un importante strumento per garantire il sostegno economico al coniuge durante una separazione o un divorzio. Dal punto di vista fiscale, presenta alcune caratteristiche significative. In primo luogo, l'assegno una tantum non è deducibile dal reddito di chi lo corrisponde, a differenza dell'assegno periodico. In secondo luogo, non viene considerato un reddito per il coniuge che lo riceve e, quindi, non è soggetto a tassazione.
È fondamentale comprendere queste implicazioni fiscali al fine di adempiere correttamente agli obblighi tributari. Tuttavia, si consiglia sempre di consultare un professionista fiscale o un avvocato specializzato in diritto di famiglia per ottenere informazioni specifiche e consulenza personalizzata in base alla propria situazione.
In conclusione, l'assegno divorzile una tantum rappresenta un importante strumento di protezione per il coniuge economicamente più debole. La sua indeducibilità dal reddito di chi lo corrisponde e l'assenza di tassazione per chi lo riceve ne fanno un aspetto rilevante nella pianificazione finanziaria e nella gestione delle conseguenze fiscali legate a un divorzio o a una separazione legale.
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