18 settembre 2023
Separazione con addebito: cosa vuol dire? L'addebito nella separazione avviene quando, durante un processo di separazione, il giudice determina che la fine del matrimonio e la separazione conseguente sono attribuibili a uno dei partner. Questo genere di separazione suggerisce che la ragione del distacco è legata alle azioni di uno dei partner, specialmente quando c'è un'inosservanza degli obblighi matrimoniali e la cessazione del matrimonio è conseguenza di tale inadempienza. Analizziamo più approfonditamente cosa comporta l'addebito nella separazione, in quali situazioni può essere ritenuto valido e quali sono le ripercussioni legali dell'addebito durante il procedimento e per possibili domande di indennizzo per i danni subiti.

Separazione con addebito: cosa vuol dire?
La richiesta di separazione con addebito può essere avanzata quando un coniuge ritiene che l'altro abbia causato il fallimento del matrimonio.
L'essenza di questo tipo di separazione è l'assegnazione della responsabilità a uno dei coniugi, che comporterà implicazioni legali e finanziarie. Al contrario, nella separazione senza addebito, nessuna delle parti viene ritenuta responsabile.
Per poter procedere con una richiesta di separazione con addebito diventa di fondamentale importanza dimostrare che uno dei due coniugi ha posto in essere delle violazioni dei doveri coniugali, come stabilito dall'articolo 151 cc.
I doveri coniugali trasgrediti possono includere l'infedeltà, l'abbandono ingiustificato del domicilio coniugale, la mancata partecipazione al sostentamento economico della famiglia e l'abuso fisico o emotivo.
Pertanto, il concetto di separazione con addebito è intrinsecamente legato all'esistenza di tali trasgressioni.
Necessità della prova del nesso di causalità: colpa come causa della separazione
Cosa implica esattamente la separazione con addebito?
Il fatto che ci sia stata una violazione dei doveri coniugali non implica automaticamente l'addebito della separazione. Infatti, l'addebito non è associato solo alla trasgressione dei doveri coniugali: per conferire l'addebito della separazione, durante il processo, deve essere dimostrato che la fine del matrimonio è conseguenza diretta della violazione di tali doveri.
Pertanto, è necessario stabilire se la coppia era già in crisi e se la violazione dei doveri coniugali sia stata un effetto di tale crisi, non influendo sulle cause della separazione, o se, al contrario, la separazione sia scaturita direttamente dalla violazione di tali doveri.
Se la fine del matrimonio è attribuibile ad altre cause, l'infedeltà o l'abbandono del domicilio coniugale, ad esempio, non sono la causa primaria della separazione, ma piuttosto un risultato di una situazione già intollerabile.
Definizione di addebito: per spiegare meglio questo termine, la Corte di Cassazione precisa che l'addebito della separazione presuppone la prova che l'irreparabile crisi coniugale sia dovuta esclusivamente al comportamento contrario ai doveri matrimoniali di uno o entrambi i coniugi: deve esistere una relazione causale tra il comportamento addebitato e l'impossibilità di convivenza. Se non si può dimostrare che il comportamento contrario a tali doveri, adottato da uno o entrambi i coniugi, sia stata la causa effettiva della fine della convivenza, la separazione senza addebito viene legittimamente decretata (come stabilito, ad esempio, dalla Cassazione il 10 agosto 2022, n. 24610).
Conseguenze civili derivanti dall’addebito della separazione
L'addebito della separazione ha un impatto significativo sul diritto all'assegno di mantenimento.
Secondo l'articolo 156 del Codice Civile italiano, solo il coniuge a cui non viene addebitata la separazione ha diritto a ricevere l'assegno di mantenimento.
Inoltre, è fondamentale evidenziare che l'addebito della separazione ha come conseguenza la perdita dei diritti successori. Mentre normalmente è il divorzio che pone fine al rapporto di matrimonio e alla possibile successione, in caso di addebito della separazione tale conseguenza deriva già dalla sentenza di separazione che abbia accertato l’addebito.
Questo aspetto è di particolare importanza, in quanto potrebbe avere notevoli ripercussioni finanziarie per il coniuge a cui viene addebitata la separazione.
Sono previste anche sanzioni penali?
Inoltre, è importante notare che la violazione dei doveri coniugali può avere implicazioni anche in ambito penale. L'articolo 570 del Codice Penale italiano prevede che chiunque, abbandonando il proprio domicilio o comportandosi in maniera contraria all'ordine o alla moralità familiare, eluda gli obblighi di assistenza legati alla responsabilità genitoriale, alla tutela legale o al ruolo di coniuge, è soggetto a una pena detentiva fino a un anno o a una multa compresa tra 103 e 1.032 euro.
Le medesime sanzioni si applicano cumulativamente a chiunque: 1) sperperi o dissipi il patrimonio del figlio minore o del coniuge; 2) neghi i mezzi di sostentamento ai figli minorenni o incapaci di lavorare, ai genitori o al coniuge non legalmente separato per colpa propria. Il reato è perseguibile su denuncia della persona offesa, tranne nei casi indicati al punto 1 e, quando il reato è commesso nei confronti dei minori, al punto 2 del comma precedente. Questo sottolinea l'importanza di rispettare gli obblighi coniugali e familiari, non solo per evitare le conseguenze civili, ma anche per evitare possibili sanzioni penali.
Addebito separazione e risarcimento del danno
La separazione con addebito non solo permette di attribuire la colpa della fine del matrimonio a uno dei coniugi, ma dà anche la possibilità di chiedere un risarcimento dei danni patrimoniali o non patrimoniali, se si riesce a dimostrare che questi danni sono direttamente causati dalla violazione dei doveri coniugali, quali l'assistenza morale e materiale, la fedeltà, la convivenza, la collaborazione nell'interesse della famiglia e l'educazione dei figli.
Per ottenere un risarcimento, non è sufficiente dimostrare solo la violazione dei doveri, ma bisogna anche stabilire un collegamento diretto tra questa violazione e i danni subiti. Inoltre, la Corte di Cassazione ha stabilito che, per avere diritto al risarcimento, è necessario che la violazione dei doveri coniugali abbia causato una sofferenza tale da superare il limite della tollerabilità e manifestarsi in maniera grave, come la lesione di un diritto costituzionalmente tutelato, ad esempio, il diritto alla salute, all'onore o alla dignità personale.
Con la sentenza n. 18853 del 2011, la Cassazione ha sottolineato che la violazione dei doveri coniugali ha una natura giuridica e quindi, se causa la lesione di diritti costituzionalmente protetti, può configurarsi come un illecito civile e dare origine a un'azione autonoma di risarcimento dei danni non patrimoniali, secondo l'art. 2059 del codice civile, anche se non è stata pronunciata la separazione con addebito.
Infine, è importante sottolineare che la lesione dei diritti costituzionalmente protetti non è una conseguenza automatica della violazione dei doveri coniugali, ma bisogna valutare caso per caso, considerando tutte le circostanze, per determinare se siano stati superati i limiti di tollerabilità, causando una lesione del diritto alla salute o all'onore.
La Cassazione sul risarcimento danni derivati dalla violazione dei doveri coniugali
Una recente decisione della Cassazione ci offre l'opportunità di esaminare in dettaglio, in un caso specifico, quando la violazione dei doveri coniugali può costituire un motivo valido per richiedere il risarcimento dei danni.
La decisione sottolinea che la violazione dei doveri coniugali può avere un impatto sia sulla decisione di addebitare la separazione che sulla necessità di risarcire i danni. Tuttavia, e questo è un punto cruciale, per avere diritto al risarcimento dei danni è necessario soddisfare ulteriori requisiti previsti per la responsabilità extracontrattuale.
Da ciò deriva che non vi è un automatismo: la semplice violazione dei doveri coniugali non dà automaticamente diritto al risarcimento dei danni.
Il caso specifico trattato nella sentenza della Cassazione del 7 marzo 2019, n. 6598, riguarda la violazione del dovere di fedeltà. La sentenza afferma che, sebbene la violazione del dovere di fedeltà possa certamente causare dolore all'altro coniuge e portare alla disgregazione della famiglia, non dà automaticamente diritto al risarcimento dei danni. Il risarcimento dei danni può essere richiesto solo se l'afflizione supera la soglia di tollerabilità e si traduce, date le circostanze o la gravità dello sconvolgimento causato all'altro coniuge, in una violazione di un diritto costituzionalmente protetto, come il diritto alla salute, alla dignità personale o all'onore, aspetti citati dal ricorrente.
La sentenza chiarisce che la separazione personale e il risarcimento dei danni sono due forme di protezione indipendenti, ma questo non significa che le circostanze accertate in un processo non possano essere considerate nell'altro. I fatti considerati nel processo di separazione possono essere gli stessi considerati in un processo per il risarcimento dei danni, ma il bene protetto è diverso. Nel caso della separazione, si considerano le conseguenze legali dell'addebito, come la perdita del diritto al mantenimento o della qualità di erede. Nel caso del risarcimento dei danni, si considera il danno non patrimoniale causato dalla lesione di diritti costituzionalmente garantiti.
Inoltre, la sentenza afferma che il nostro ordinamento giuridico non considera la violazione dell'integrità della vita familiare come un fatto che, di per sé, genera una responsabilità risarcitoria. Accettare una tale responsabilità incondizionata potrebbe entrare in conflitto con altri diritti costituzionalmente garantiti, come la libertà di autodeterminazione e la libertà di porre fine al legame familiare. Invece, il nostro ordinamento protegge il bene della vita familiare con misure materiali di sostegno.
Infine, la sentenza afferma che la violazione del dovere di fedeltà non equivale a una violazione di un diritto costituzionalmente garantito alla fedeltà coniugale. La violazione del dovere di fedeltà può dar luogo a sanzioni civili, come il risarcimento dei danni, solo se, a causa delle circostanze specifiche, uno dei coniugi subisce un danno alla propria dignità o alla propria salute.
Conclusione sulla separazione per colpa
La separazione con addebito rappresenta una forma di separazione in cui viene attribuita la responsabilità della fine del matrimonio a uno dei coniugi, con conseguenze legali e finanziarie rilevanti. Per procedere con tale separazione è necessario dimostrare non solo la violazione dei doveri coniugali, ma anche un nesso causale tra tale violazione e la fine del matrimonio. L'addebito della separazione influisce sul diritto all'assegno di mantenimento e sui diritti successori e può comportare sanzioni penali. Inoltre, può dar luogo a un'azione di risarcimento dei danni, ma solo se la violazione dei doveri coniugali ha causato una lesione di diritti costituzionalmente protetti, superando il limite della tollerabilità. La recente giurisprudenza della Corte di Cassazione conferma che non vi è un automatismo tra violazione dei doveri coniugali e diritto al risarcimento dei danni, ma è necessario valutare caso per caso, tenendo conto delle circostanze specifiche e della gravità del danno subito.

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