Ordinamento Giuridico: definizione e significato
Ordinamento Giuridico: quale Definizione e significato?
Per i miei studenti ho preparato una breve guida che indica, in modo semplice ma completo, che cosa è l'ordinamento giuridico, da cosa è composto e quale è il ruolo della sanzione.
Viene evidenziato come assuma rilievo anche il concetto di certezza del diritto e come giochi un ruolo importante la concreta efficacia dissuasiva delle sanzioni.

Ordinamento Giuridico: Definizione e significato
L'ordinamento giuridico rappresenta l'architettura complessiva di norme e principi che disciplinano la coesistenza e l'interazione degli individui all'interno di una determinata società. Esso è una struttura articolata e dinamica, che nasce dalla necessità di ordinare, in modo chiaro e preciso, i rapporti sociali, proteggendo diritti e doveri dei cittadini.
Ogni ambito della vita quotidiana può essere influenzato da queste regole: dall'acquisto di un bene, alla stipula di un contratto, dalle norme che stabiliscono cosa sia lecito o illecito compiere, alle modalità con cui le istituzioni pubbliche operano e prendono decisioni. L'ordinamento giuridico, dunque, non è una mera raccolta di leggi, ma rappresenta il cuore pulsante di una società, il riflesso delle sue tradizioni, dei suoi valori e delle sue aspirazioni.
Esso evolve nel tempo, adattandosi ai cambiamenti socio-culturali e alle esigenze emergenti, garantendo al contempo stabilità e prevedibilità.
Attraverso
l'ordinamento, uno Stato assicura che la giustizia, l'equità e la legalità
siano principi fondamentali e inalienabili, su cui si fonda ogni comunità
civile.
I Vari Campi del Diritto e le Loro Differenze
Il diritto, all'interno dell'ordinamento giuridico, può
essere suddiviso in vari campi, ognuno dei quali regola aspetti diversi della
vita sociale. I principali campi del diritto nell'ambito dell'ordinamento
giuridico sono il diritto civile, il diritto penale e il diritto amministrativo
o pubblico.
Il diritto civile, un pilastro fondamentale dell'ordinamento
giuridico, riguarda i rapporti tra i privati e regola questioni come i
contratti, la proprietà, il diritto di famiglia, le successioni, ecc. Le norme
di diritto civile hanno principalmente lo scopo di tutelare i diritti e gli
interessi dei privati, e le sanzioni previste sono per lo più di natura
risarcitoria.
Il diritto penale riguarda i comportamenti che la società
considera particolarmente gravi e pericolosi, e che pertanto vengono puniti con
sanzioni penali, come la reclusione o la multa. Le norme di diritto penale
hanno principalmente una funzione repressiva e deterrente.
Il diritto amministrativo o pubblico riguarda
l'organizzazione e il funzionamento delle pubbliche amministrazioni e dei
rapporti tra queste e i privati. Le norme di diritto amministrativo hanno
principalmente lo scopo di garantire il corretto funzionamento della pubblica
amministrazione e di tutelare i diritti dei cittadini nei confronti della
stessa. Le sanzioni previste sono per lo più di natura amministrativa, come ad
esempio le multe.
Ogni campo del diritto ha le sue specifiche caratteristiche,
le sue norme e le sue sanzioni, e si occupa di aspetti diversi della vita
sociale. Tuttavia, i vari campi del diritto sono interconnessi e si influenzano
a vicenda, e spesso una stessa situazione può coinvolgere norme appartenenti a
più campi del diritto.
Ordinamento giuridico e diversi significati di Disposizione, Norma, Articolo e Comma
Disposizione: è un termine generico che indica una regola o
un insieme di regole previste da una legge o da un atto normativo. Una
disposizione può riguardare diversi aspetti, come ad esempio gli obblighi o i
diritti dei cittadini, le competenze degli organi pubblici, le procedure da
seguire in determinate situazioni, ecc.
Norma: è un'istruzione o una regola che stabilisce un
comportamento da seguire o da evitare. Le norme giuridiche sono quelle previste
dall'ordinamento giuridico di uno Stato e hanno carattere vincolante, nel senso
che il loro rispetto è obbligatorio e la loro violazione può comportare una
sanzione.
Articolo: è una delle parti in cui è suddiviso un testo
normativo (come ad esempio una legge, un regolamento, un codice, ecc.). Ogni
articolo contiene una o più disposizioni o norme che riguardano uno specifico
aspetto della materia regolata dal testo normativo. Gli articoli sono numerati
in modo progressivo e costituiscono la struttura principale del testo
normativo.
Comma: è una delle parti in cui è suddiviso un articolo.
Ogni comma contiene una singola disposizione o norma, o una parte di essa. I
commi sono numerati in modo progressivo all'interno di ciascun articolo e
servono a rendere il testo più chiaro e ordinato.
In sintesi, la "disposizione" è una regola
contenuta in un atto normativo, la "norma" è una regola di
comportamento vincolante, l'"articolo" è una parte di un testo
normativo che contiene una o più disposizioni, e il "comma" è una
parte di un articolo che contiene una singola disposizione o parte di essa.
La Complessità degli Stati Moderni e del connesso ordinamento giuridico
Gli Stati moderni sono caratterizzati da una notevole complessità, dovuta alla molteplicità di enti e organi che hanno il potere di produrre regole all'interno dell'ordinamento giuridico. Oltre al parlamento, che è l'organo legislativo per eccellenza, anche il governo, le regioni e l'Unione Europea hanno il potere di emanare norme.
Questa molteplicità di fonti può causare conflitti tra le regole, perché potrebbe accadere che una norma emanata da un'entità sia in contrasto con una norma emanata da un'altra entità all'interno dello stesso ordinamento giuridico.
Per risolvere questi conflitti,
è necessario un criterio che stabilisca quale norma deve prevalere in caso di
contrasto. Questo criterio è fornito dalla gerarchia tra le fonti, un principio
secondo il quale le norme emanate da un'autorità superiore prevalgono su quelle
emanate da un'autorità inferiore. Ad esempio, in molti ordinamenti, la
Costituzione è la norma suprema e prevale su tutte le altre norme.
L'Importanza della Certezza del Diritto
La certezza del diritto, intesa come prevedibilità delle regole, è fondamentale per garantire il corretto funzionamento di una società. Se le leggi sono incomprensibili o soggette a interpretazioni diverse, le persone, anche volendo, fanno fatica a rispettarle e ad adattare il loro comportamento.
Questa situazione può generare confusione e incertezza, con
conseguenze negative sia per i cittadini, che potrebbero involontariamente
incorrere in sanzioni, sia per l'ordine pubblico, che verrebbe meno se le
regole non fossero rispettate. Inoltre, la certezza del diritto è essenziale
anche per il corretto funzionamento dell'economia: gli operatori economici devono
poter pianificare le loro attività in base a regole chiare e stabili. Per tutte
queste ragioni, è fondamentale garantire la certezza del diritto, rendendo le
leggi comprensibili e prevedibili e garantendo interpretazioni uniformi da
parte degli organi giudicanti.
La Divisione dei Poteri e la Certezza del Diritto
La divisione dei poteri dello Stato è un principio fondamentale nell'ordinamento giuridico per garantire l'indipendenza degli organi statali e la libertà dei cittadini. In particolare, la divisione tra potere legislativo, che spetta al parlamento, e potere giudiziario, che spetta al giudice, è fondamentale per garantire il rispetto del principio di eguaglianza: il giudice non fa le regole, ma le interpreta. Tuttavia, questa divisione può talvolta non aiutare la certezza del diritto nell'ambito dell'ordinamento giuridico.
Infatti, la norma è generale ed astratta, ed è compito del giudice adattarla al singolo caso concreto.
Questa operazione di adattamento può però generare incertezza, perché possono esserci interpretazioni diverse da parte di diversi giudici, e quindi più sentenze che affermano principi diversi. Questa situazione può creare confusione tra i cittadini, che non saprebbero a quale interpretazione attenersi, e tra gli operatori del diritto, che avrebbero difficoltà a prevedere l'esito di un procedimento giudiziario.
Certezza del diritto nei sistemi di Civil Law e Common Law
All'interno del panorama giuridico internazionale, i sistemi del Civil Law e del Common Law emergono come principali pilastri regolatori del diritto. Il Civil Law, prevalente in paesi come Francia, Germania e la maggior parte dell'Europa continentale, si basa su codici e statuti scritti, tendenzialmente di natura generale ed astratta. Questa struttura concede al giudice un'ampia discrezionalità nell'interpretare e applicare le norme ai casi concreti. Se da un lato questa flessibilità può adattarsi meglio a situazioni specifiche, dall'altro può portare a contrasti di giurisprudenza e, di conseguenza, a una maggiore incertezza del diritto. La pluralità di interpretazioni su uno stesso argomento, infatti, può generare ambiguità e rendere meno prevedibile l'orientamento giurisprudenziale.
Invece, il Common Law, radicato nel diritto inglese e diffuso in molte ex colonie britanniche, pone al centro delle sue decisioni il principio dello *stare decisis*. Questo principio sottolinea l'importanza dei precedenti giudiziali, obbligando i giudici a seguire le decisioni prese in casi simili in passato. Di conseguenza, pur avendo una grande flessibilità nel prendere decisioni, le corti di Common Law operano all'interno di un quadro più ristretto, basato sulle interpretazioni storiche dei giudici. Questa coerenza e continuità nelle decisioni legali favorisce la certezza del diritto, rendendo le sentenze più prevedibili e limitando le incertezze per i cittadini e gli operatori del diritto.
In sintesi, mentre il Civil Law, attraverso la sua struttura codificata e la discrezionalità giurisprudenziale, può portare a una maggiore variabilità nelle interpretazioni legali, il Common Law, attraverso la sua enfasi sui precedenti, tende a garantire una maggiore prevedibilità e certezza del diritto.
La Differenza tra Regole dell’ordinamento giuridico e Altre Regole
Le regole giuridiche sono diverse dalle regole morali, religiose o di cortesia, anche se tutte queste regole hanno in comune il fatto di regolare il comportamento delle persone all'interno di un ordinamento. Le regole giuridiche sono norme emanate dagli organi competenti dello Stato (parlamento, governo, enti locali, ecc.) e sono vincolanti per tutti i cittadini. Chi non rispetta una regola giuridica può essere soggetto a sanzioni, come multe o pene detentive, nell'ambito dell'ordinamento in cui è inserito.
Le regole morali, invece, sono norme che ciascuno si impone a sé stesso, in base ai propri principi etici. Non sono vincolanti nel senso giuridico del termine e non prevedono sanzioni legali, anche se il loro mancato rispetto può comportare una censura sociale.
Le regole religiose sono norme imposte da una determinata confessione religiosa ai suoi fedeli. Anche in questo caso, il mancato rispetto di queste regole può comportare sanzioni, ma solo all'interno della comunità religiosa di riferimento.
Infine, le regole di
cortesia sono norme non scritte che regolano il comportamento sociale delle
persone. Anche in questo caso, il mancato rispetto di queste regole non
comporta sanzioni legali, ma può comportare una censura sociale.
La Funzione delle Sanzioni
Le sanzioni hanno una funzione fondamentale nell'ordinamento giuridico, in quanto contribuiscono a garantire il rispetto delle regole giuridiche.
Le sanzioni, infatti, rappresentano una conseguenza negativa che colpisce chi non rispetta una determinata regola giuridica. Questa conseguenza può essere di varia natura: può trattarsi di una multa, di una pena detentiva, di una sanzione amministrativa, ecc.
La presenza di una sanzione associata a
una regola giuridica ha una duplice funzione. Da un lato, ha una funzione
deterrente: sapendo che il mancato rispetto di una regola comporta una
sanzione, le persone sono incentivate a rispettare la regola. Dall'altro lato,
ha una funzione repressiva: se una persona non ha rispettato una regola, la
sanzione rappresenta una forma di punizione che contribuisce a ristabilire
l'ordine giuridico violato. In entrambi i casi, la sanzione contribuisce a
garantire la certezza del diritto e a mantenere l'ordine sociale.
Ordinamento giuridico e Sanzioni nel Diritto Civile
Nel campo del diritto civile, all'interno di un ordinamento,
la sanzione più comune è il risarcimento del danno. Il risarcimento del danno
mira a riportare la persona lesa nella situazione in cui si trovava prima che
il danno fosse arrecato, senza che vi sia un arricchimento per la parte lesa.
In Italia, ad esempio, all'interno dell'ordinamento vigente, non sono
ammissibili i danni punitivi, ossia quei danni che hanno lo scopo di punire il
responsabile del danno, oltre a risarcire la vittima. La normativa italiana
prevede infatti che il risarcimento del danno debba essere
"integrale", ossia debba coprire interamente il danno subito, ma
senza comportare un arricchimento per la vittima. Solo eccezionalmente, nel
diritto civile, si possono avere altre sanzioni, come ad esempio la perdita
della potestà genitoriale. Questa è una sanzione estremamente grave, che viene
applicata solo in casi eccezionali, quando un genitore si rende responsabile di
gravi violazioni dei doveri inerenti la potestà genitoriale.
Un'importante caratteristica delle sanzioni nel diritto
civile è che il risarcimento viene dato solo se chi ne ha diritto agisce. Non
vi è, come nel penale o nell'amministrativo, qualcuno che agisce per suo conto.
Per cui i privati, per danni piccoli o se devono sostenere spese elevate, sono
disincentivati ad agire in sede civile.
Le Sanzioni nel Diritto Penale
Nel diritto penale, le sanzioni hanno principalmente una funzione repressiva e deterrente.
La sanzione più comune in questo ambito è la pena detentiva, che comporta la privazione della libertà personale del condannato per un determinato periodo di tempo. Oltre alla pena detentiva, ci sono altre tipologie di sanzioni penali, come le pene pecuniarie (multe), le pene restrittive (come ad esempio gli arresti domiciliari o il divieto di avvicinamento a determinate persone o luoghi), le pene accessorie (come ad esempio l'interdizione dai pubblici uffici o la sospensione della patente di guida) e le misure di sicurezza (come ad esempio l'obbligo di soggiorno in un determinato luogo o l'interdizione dall'esercizio di una determinata professione).
In generale, all'interno dell'ordinamento giuridico, la sanzione
penale viene comminata in base alla gravità dell'illecito commesso e tiene
conto delle circostanze attenuanti o aggravanti che possono essere presenti nel
caso concreto.
Le Sanzioni nel Diritto Amministrativo
Nel diritto amministrativo, all'interno dell'ordinamento giuridico, le sanzioni sono prevalentemente di natura pecuniaria, come ad esempio le multe, ma possono anche essere di altro tipo, come ad esempio la revoca di una licenza o di un'autorizzazione.
A differenza del diritto civile, in cui le parti in causa sono entrambe private, nel diritto amministrativo c'è sempre un organo pubblico che agisce, solitamente l'amministrazione pubblica. Questo favorisce ad esempio azioni per questioni anche non rilevanti economicamente, che un privato non attiverebbe a proprie spese. L'amministrazione pubblica, infatti, ha il dovere di vigilare sul rispetto delle norme amministrative e di attivarsi, anche d'ufficio, per sanzionare eventuali violazioni.
Le sanzioni
amministrative hanno principalmente una funzione deterrente e repressiva: da un
lato, servono a disincentivare i comportamenti illeciti, dall'altro, servono a
punire chi ha violato le norme.
L'Influenza della Concreta Applicazione delle Sanzioni sulla loro Deterrenza
L'efficacia di una sanzione come deterrente è strettamente legata alla sua concreta applicazione all'interno di un ordinamento. Questa include non solo l'individuazione del colpevole, ma anche il suo rapido processamento e l'effettivo scontamento della pena.
Per esempio, una sanzione penale che non viene applicata, o per la quale è facile ottenere la condizionale o altri benefici, potrebbe disincentivare meno di sanzioni amministrative nel medesimo ordinamento. Questo perché, nella percezione comune, una sanzione che non viene applicata o che può essere facilmente elusa è vista come meno grave e quindi meno deterrente.
D'altro canto, sanzioni
amministrative, anche se meno gravi dal punto di vista della pena, possono
essere percepite come più deterrenti se applicate con maggiore rapidità e
certezza. In generale, affinché una sanzione sia efficace come deterrente, è
fondamentale che vi sia una reale probabilità che essa venga applicata e che il
suo scontamento sia effettivo.
Ordinamento giuridico: Differenza tra Diritto Oggettivo e Diritto Soggettivo
Il diritto oggettivo e il diritto soggettivo sono due
concetti fondamentali nell'ambito del diritto, ma hanno significati molto
diversi.
Il diritto oggettivo si riferisce all'insieme delle norme
giuridiche che regolano i rapporti sociali in una determinata società. Esso
include tutte le leggi, i regolamenti, i trattati internazionali, ecc., che
sono in vigore in uno Stato e che devono essere rispettati da tutti i cittadini
e dalle autorità pubbliche. Il diritto oggettivo stabilisce i diritti e i
doveri dei cittadini, le competenze degli organi dello Stato, le procedure da
seguire in determinate situazioni, ecc.
Il diritto soggettivo, invece, si riferisce alla facoltà o
al potere riconosciuto ad un individuo (o a un ente) dall'ordinamento giuridico
di compiere determinati atti o di godere di determinati beni. Esso include i
diritti di proprietà, i diritti contrattuali, i diritti di famiglia, ecc. Il
diritto soggettivo è quindi un potere giuridico che l'individuo può esercitare
nei confronti degli altri soggetti o dello Stato, ed è tutelato
dall'ordinamento giuridico.
In sintesi, il diritto oggettivo è l'insieme delle norme
giuridiche che regolano una società, mentre il diritto soggettivo è la facoltà
o il potere riconosciuto ad un individuo dall'ordinamento giuridico.
Differenza tra Diritto Soggettivo e Interesse Legittimo
Il diritto soggettivo e l'interesse legittimo sono due
concetti diversi che si riferiscono a posizioni giuridiche degli individui nei
confronti dell'ordinamento giuridico.
Il diritto soggettivo è una facoltà o un potere riconosciuto
dall'ordinamento giuridico ad un individuo (o a un ente) di compiere
determinati atti o di godere di determinati beni. Esso è tutelato
dall'ordinamento giuridico, nel senso che chiunque violi il diritto soggettivo
di un individuo può essere obbligato a risarcire il danno causato o a subire
altre sanzioni previste dalla legge. Esempi di diritti soggettivi sono il
diritto di proprietà, il diritto al risarcimento del danno, il diritto alla
privacy, ecc.
L'interesse legittimo, invece, è un interesse di un
individuo che la legge protegge solo indirettamente, in quanto coincide con
l’interesse pubblico. Ad esempio, di fronte all’atto amministrativo di
espropriazione per pubblica utilità, il diritto di proprietà del privato
degrada a mero interesse legittimo. Il proprietario espropriato potrà impugnare
l’atto di espropriazione se illegittimo, ma dovrà rivolgersi al giudice
amministrativo. In questo caso, il suo diritto di proprietà è protetto solo
come interesse legittimo, ossia solo se coincide con l’interesse pubblico al
regolare esercizio del pubblico potere.
Quando la legge riconosce un potere discrezionale alla
pubblica amministrazione, come nel caso dell’espropriazione per pubblica
utilità, la posizione di interesse del privato perde la natura di diritto
soggettivo e si presenta solo come interesse legittimo.
In generale, quindi, l'interesse legittimo si manifesta nei
casi in cui la legge riconosce alla pubblica amministrazione il potere di
decidere se compiere o non compiere un dato atto che tocchi l'interesse di un
privato.