Persona fisica e giuridica: quale differenza? chi sono?
Persona fisica e giuridica: chi sono? quale differenza e disciplina?
Vediamo quali sono le caratteristiche ti tali due categorie
di soggetto giuridico e quale è la loro disciplina.
Le due ipotesi sono chiaramente differenti: analizziamo le differenze
non solo tra le due tipologie ma anche tra le due discipline.
La traccia dell’articolo che segue è basata su ciò che
tratto nel corso di Diritto Privato che svolgo presso università Ca’ Foscari
Venezia.

Il soggetto giuridico: la persona fisica e la persona giuridica
Il sistema giuridico opera come un meccanismo di equilibrio,
un contesto in cui diversi interessi, spesso in contrasto tra loro, trovano un
punto d’incontro e di pacificazione. Tali interessi sono espressione di
soggetti differenti, ciascuno portatore di specifiche necessità, aspirazioni e
diritti. Ogni soggetto è, infatti, destinatario delle prescrizioni normative,
risultando non solo come destinatario di obblighi, ma anche come titolare di
diritti garantiti e tutelati dalla legge. In questa luce, il soggetto si
configura come il nucleo attorno a cui ruotano le dinamiche normative e
giuridiche.
I soggetti presi in considerazione dal corpus delle regole
giuridiche sono principalmente due: la persona fisica, l'individuo concreto e
tangibile, e la persona giuridica, entità astratta creata dalla legge e
riconosciuta come soggetto di diritto. Ogni persona, fisica o giuridica, è portatrice
di interessi diversi e talvolta contrapposti, ed è il sistema giuridico che,
attraverso un processo di valutazione e ponderazione, mira a realizzare un
contemperamento equo e armonico di tali interessi. L'obiettivo è quello di
costruire un tessuto sociale coeso e giusto, in cui i diritti e i doveri di
ogni soggetto sono riconosciuti e rispettati in modo equilibrato e
proporzionato.
La persona fisica: chi è?
La persona fisica, nel linguaggio giuridico, si riferisce
all'individuo umano, considerato come soggetto di diritti e doveri. In quanto
tale, la normativa che la riguarda interseca principalmente tre sfere di
capacità. In primo luogo, la capacità giuridica, ossia la possibilità di essere
titolare di diritti e doveri; tutti gli individui, dal momento della nascita,
sono dotati di tale capacità. In secondo luogo, c'è la capacità di agire, che
permette alla persona di porre in essere atti giuridici con efficacia legale,
quali la firma di contratti; questa capacità è generalmente acquisita con la
maggiore età, quando l'individuo raggiunge una maturità tale da compiere scelte
consapevoli. Infine, vi è la capacità naturale, che riguarda le attitudini
fisiche e mentali dell'individuo, influenzando la sua possibilità di compiere
certi atti o di vivere certe esperienze. Queste tre capacità, interconnesse e
sovrapposte, definiscono il campo d'azione e di esistenza legale della persona
fisica, costituendo il fondamento sul quale si costruisce l'intero edificio dei
suoi diritti e doveri.
La persona giuridica: come funziona?
La persona giuridica è un ente che, grazie al riconoscimento
della legge, possiede personalità giuridica, e come tale è in grado di essere
titolare di diritti e di contrarre obbligazioni, analogamente a quanto avviene
per le persone fisiche. Tale entità può essere costituita da organizzazioni o
entità come società, associazioni, fondazioni e enti pubblici. Ogni persona
giuridica possiede un proprio patrimonio, distinto da quello dei suoi membri o
fondatori, e può agire in giudizio, contrarre, acquisire beni immobili e
mobili, e partecipare a relazioni giuridiche in proprio nome.
La costituzione e il funzionamento delle persone giuridiche
sono regolamentati da specifiche norme di legge e dai loro statuti interni. Ad
esse è attribuito un insieme di diritti e doveri, ed è prevista la
responsabilità giuridica per le azioni compiute nell’esercizio delle loro
attività. Esistono differenti tipologie di persone giuridiche, ognuna con
peculiarità, scopi e regolamentazioni distinte, che possono variare a seconda
che esse perseguano fini di lucro, come le società commerciali, o fini sociali,
culturali, assistenziali o altro, come nel caso delle associazioni e delle
fondazioni. In ogni caso, il concetto di persona giuridica è essenziale nel
diritto moderno, in quanto permette la realizzazione di progetti e iniziative
che vanno oltre le possibilità e le capacità delle singole persone fisiche.
La persona fisica e le sue capacità: la capacità giuridica
La capacità giuridica è l'attitudine a essere titolare di
diritti e doveri, sinonimo di soggettività o personalità giuridica. È un
attributo intrinseco dell'individuo, acquisito al momento della nascita, come
stabilisce l'art. 1, comma 1, del codice civile, momento che si identifica con
l’inizio della respirazione polmonare. Non è più necessario, come in passato,
che l’individuo nasca “vivo e vitale”, ossia con l’abilità di mantenere la
vita.
La capacità giuridica si estende per l’intero arco della
vita, perdendosi unicamente con la morte dell’individuo. È importante notare
che anche i minori godono di capacità giuridica: possono quindi essere titolari
di diritti, inclusi quelli di proprietà. Tuttavia, la mancanza di capacità di
agire implica che non possono compiere atti giuridici validi autonomamente.
Possono, per esempio, acquisire diritti di proprietà tramite l’azione dei
genitori, che agiscono in qualità di loro rappresentanti legali, o attraverso
meccanismi come l'eredità. In questo modo, i diritti e i doveri dei minori sono
tutelati e riconosciuti, pur nelle limitazioni imposte dalla loro età e
maturità.
La capacità di agire
La capacità di agire della persona fisica è un concetto
distinto dalla capacità giuridica; se la seconda è l’attribuzione di diritti e
doveri a un individuo fin dalla sua nascita, la prima rappresenta la facoltà
legale di compiere atti giuridici, quali la stipulazione di contratti,
attraverso cui l’individuo può acquisire ulteriori diritti o assumere nuovi
doveri. La capacità di agire della persona fisica presuppone un individuo che
sia in grado di intendere e di volere, e che possa, quindi, provvedere
autonomamente ai propri interessi. Questa si acquista con il raggiungimento
della maggiore età, ossia al compimento del diciottesimo anno di età, come
stabilito dall'art. 2, comma 1, del codice civile.
Una persona fisica che non ha ancora raggiunto la maggiore
età, pur essendo titolare di capacità giuridica, non possiede la capacità di
agire, e di conseguenza, non è abilitato a compiere atti giuridici validi, come
la stipula di contratti o altre dichiarazioni di volontà aventi effetti
giuridici. In tali circostanze, i minori devono essere rappresentati da
genitori o tutori legali, i quali agiscono per tutelare gli interessi e i diritti
dei minori stessi.
La capacità naturale: la capacità di intendere e di volere della persona fisica
La capacità naturale della persona fisica rappresenta
l’abilità mentale e cognitiva di comprendere e volere, essenziale per poter
intraprendere decisioni consapevoli e ponderate. Questa capacità non è
automaticamente connessa all’età o alla capacità giuridica o di agire. Infatti,
ci possono essere soggetti maggiorenni, e quindi titolari di capacità di agire,
che però possono essere carenti di capacità naturale, a causa di diverse
condizioni, come malattie mentali o neurologiche.
In tali situazioni, la mancanza di capacità naturale della
persona fisica può condurre il soggetto a concludere contratti svantaggiosi o
non realmente voluti, poiché la sua capacità di intendere e di volere è
compromessa. Ciò potrebbe causare pregiudizi significativi all'individuo in
questione. In questi casi, l’art. 428 del codice civile italiano prevede la
possibilità di annullamento degli atti giuridici compiuti da persone incapaci
d’intendere o di volere al momento della conclusione, a patto che ne derivi un
grave pregiudizio per l’autore dell’atto.
Tuttavia, l'annullamento è condizionato dalla prova della
malafede dell'altro contraente, dimostrabile se emergono elementi che rivelano
un danno potenziale o effettivo alla persona incapace o se le caratteristiche
del contratto, o altre circostanze, evidenziano l'intento fraudolento o la
consapevolezza dello stato di incapacità della controparte. Quindi, nonostante
la presenza di tutele legali, l'assenza di capacità naturale nei soggetti con
capacità di agire può portare a complesse questioni legali e a potenziali
abusi.
Effettivamente, la rigidezza di questa regola e le
intrinseche difficoltà nel conseguire l’annullamento di un contratto, stipulato
in uno stato di incapacità naturale da un individuo dotato di capacità di
agire, suggeriscono l’opportunità di approntare misure cautelative nei casi in
cui soggetti presentano problematiche mentali o altre condizioni che possono
compromettere, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere.
In presenza di tali condizioni, limitare preventivamente la
capacità di agire di questi soggetti potrebbe rappresentare un mezzo efficace
per prevenire situazioni di abuso e per tutelare gli interessi degli individui
che, altrimenti, potrebbero trovarsi a confrontare conseguenze giuridiche e
materiali gravemente pregiudizievoli. Questo rafforza la necessità di
un’attenta valutazione delle condizioni psicofisiche degli individui nel
determinare il loro status giuridico e le relative capacità, in modo da garantire
un equilibrio tra autonomia personale e protezione dei soggetti vulnerabili.
La limitazione della capacità di agire delle persone: interdizione, inabilitazione a amministrazione di sostegno
Le possibili limitazioni alla capacità di agire della
persona fisica, messe in atto per proteggere gli individui in situazioni di
vulnerabilità, sono principalmente tre: l'interdizione, l'inabilitazione e
l'amministrazione di sostegno.
L'Interdizione: In caso di interdizione, sia
l'amministrazione ordinaria che quella straordinaria sono revocate alla persona
fisica interessata, e viene nominato un curatore per gestire tutti gli affari
della persona interessata, che è completamente privata della capacità di agire.
L'Inabilitazione: In questa circostanza, alla persona fisica
viene lasciata la possibilità di gestire l’amministrazione ordinaria, ma per
atti di maggiore rilevanza giuridica ed economica è necessario l’intervento del
curatore nominato.
L'Amministrazione di Sostegno: Questa è la soluzione più
flessibile, poiché le limitazioni sono stabilite ad hoc, in funzione delle
effettive necessità e capacità residue del beneficiario persona fisica,
consentendo un approccio su misura alla tutela del soggetto.
Tali limitazioni sono imposte dal tribunale e risultano da
una verifica anagrafica.
Le limitazioni alla capacità di agire della persona fisica sono
strumenti giuridici cruciali per la protezione dei soggetti in stato di
vulnerabilità. Queste limitazioni, essendo risultanti da atti pubblici,
garantiscono una tutela incondizionata al soggetto con capacità limitata. Se un
terzo dovesse contrarre con una persona sotto tali restrizioni, la tutela del
soggetto incapace è assicurata senza che vi sia la necessità di dimostrare la
malafede del terzo contraente. La trasparenza e l'accessibilità di tali
informazioni assicurano, quindi, che i diritti del soggetto vulnerabile siano
preservati e rispettati, prevenendo potenziali abusi e danni.
In particolare l’amministrazione di sostegno per la persona fisica
Dalla sua introduzione, l’amministrazione di sostegno è la
procedura di gran lunga più utilizzata per la limitazione della capacità agire
della persona fisica.
L'amministrazione di sostegno, introdotta dalla legge 9
gennaio 2004, n. 6, è un meccanismo giuridico che permette la protezione delle
persone che, a causa di menomazioni fisiche o psichiche o stati di infermità,
si trovano nell’impossibilità, anche solo parziale o temporanea, di provvedere
ai propri interessi, garantendo così un'adeguata assistenza legale. Questa
figura giuridica, presente anche nel diritto tedesco, è distintiva rispetto ad
altre misure come l'interdizione e l'inabilitazione, non per il tipo di
situazioni in cui può essere applicata, ma per la sua flessibilità e ampia
applicazione.
Caratteristiche e Implementazione: l'amministrazione di
sostegno si focalizza sulla personalizzazione dell'assistenza in base alle
esigenze del soggetto, con una varietà di strumenti di protezione che il
giudice può adattare a seconda dei casi. Questa misura è basata sull'idea di
adattarsi meglio alle necessità individuali del beneficiario persona fisica,
tenendo conto della natura e della durata della malattia o dell’impedimento, e
di tutte le circostanze specifiche del caso. L’amministratore di sostegno viene
nominato con decreto del giudice tutelare, attraverso un processo che dettaglia
gli atti che l’amministratore può compiere in nome e per conto del
beneficiario. In ogni caso, il beneficiario mantiene la capacità di agire,
specialmente per gli atti necessari a soddisfare gli interessi della vita
quotidiana.
Limiti e Responsabilità: se l’amministratore agisce oltre i
poteri conferitigli, gli atti compiuti possono essere annullati entro cinque
anni dalla cessazione della procedura. Tale annullamento può essere richiesto
da vari soggetti, tra cui lo stesso beneficiario persona fisica o i suoi eredi.
L'amministrazione di sostegno può cessare se disposta a tempo determinato o se
risulta non più necessaria, o inadeguata allo scopo, e in tal caso si può
procedere a un giudizio di interdizione o inabilitazione.
Applicabilità: questa misura è particolarmente adatta a
individui le cui condizioni fisiche potrebbero influire sul loro sviluppo psichico,
come nel caso dei sordomuti e dei ciechi dalla nascita o dalla prima infanzia,
i quali, nonostante siano in linea di principio pienamente capaci di agire,
possono beneficiare di un sistema che tutela i loro interessi.
L'amministrazione di sostegno rappresenta, quindi, un
avanzamento significativo nella tutela dei diritti delle persone con diversi
gradi di vulnerabilità, permettendo una maggiore flessibilità e adattabilità
alle esigenze specifiche di ciascun individuo.
I contratti conclusi validamente dal minorenne
Il minorenne, indipendentemente dalla sua età e dalla natura
o contenuto del contratto, rimane legalmente incapace di contrarre, non potendo
acquisire diritti o assumere obbligazioni per sé stesso. Tuttavia, la
giurisprudenza, entro certi limiti, ha delineato scenari in cui un minore
potrebbe concludere contratti, presumendo che agisca come rappresentante dei
genitori. Questo perché, per la validità del contratto, è sufficiente che il
rappresentante, nel caso il minore, abbia la capacità naturale di intendere e
di volere, avuto riguardo alla natura e al contenuto del contratto stesso.
Questa interpretazione consente ai minori di concludere
contratti che, per loro stessa natura, non potrebbero concludere, e i beni
acquisiti o le obbligazioni assunte dal minore sono, giuridicamente, attribuiti
ai genitori. Questa possibilità è generalmente limitata a contratti comuni e di
valore non troppo elevato, dove si può presumere ragionevolmente che il minore
agisca in rappresentanza dei genitori, come nel caso di un bambino che acquista
un quaderno. L'età del minore e la natura del contratto giocano un ruolo chiave
in questa valutazione: più il minore è vicino alla maggiore età, più ampio sarà
il ventaglio di contratti che si presume possa concludere, e viceversa.
Chi contratta con il minore deve valutare, in base all'età
di quest'ultimo e alla natura del contratto, se il minore abbia la capacità
naturale di intendere e di volere, e se stia agendo quale rappresentante dei
genitori. Per esempio, un gioielliere avrebbe motivo di dubitare della capacità
rappresentativa di un diciassettenne che volesse acquistare un gioiello di
valore.
Questa modalità, quindi, serve a garantire una certa
agibilità ai minori, permettendo loro di compiere atti della vita quotidiana,
pur tutelando le responsabilità dei genitori e gli interessi dei terzi
contraenti, rendendo il sistema flessibile ma al tempo stesso protettivo.
I luoghi della persona fisica: domicilio e residenza
La residenza e il domicilio sono aspetti cruciali
nell'identificazione giuridica di una persona. La residenza è generalmente
intesa come il luogo della dimora abituale della persona, mentre il domicilio è
il luogo in cui un individuo ha istituito la sede principale dei suoi affari o
interessi.
Un primo aspetto importante da considerare è la distinzione
tra residenza anagrafica ed effettiva. La residenza anagrafica, ossia quella
registrata presso l'anagrafe comunale, potrebbe non coincidere con la residenza
effettiva di una persona, talvolta per motivi fiscali, come ad esempio
usufruire di benefici legati alla “prima casa”. Nonostante ciò, si presume che
la residenza effettiva coincida con quella anagrafica, a meno che non venga
dimostrato il contrario.
Un secondo aspetto rilevante della residenza riguarda i beni
presenti al suo interno. Si presume che i beni situati nella residenza di un
debitore siano di sua proprietà e, quindi, siano pignorabili. Qualora questi
beni appartengano a un terzo residente nella stessa abitazione, il terzo può
opporsi al pignoramento, ma deve dimostrare con un atto a data certa che la
proprietà è sua.
La residenza ha implicazioni significative anche in altre
aree del diritto. Ad esempio, la celebrazione di un matrimonio avviene nel
comune dove uno degli sposi ha residenza, e il pagamento delle obbligazioni può
essere effettuato al domicilio del creditore o del debitore. Inoltre, la
definizione di domicilio e residenza ha un impatto importante nei procedimenti
giuridici, poiché determina la competenza territoriale del giudice.
Questi concetti, nonostante possano apparire semplici in
superficie, hanno molteplici sfaccettature e implicazioni, influenzando una
vasta gamma di situazioni legali e contribuendo a stabilire i diritti e le
responsabilità degli individui nel contesto legale.
Scomparsa, Assenza e Morte presunta della persona fisica
Quando una persona scompare dal suo ultimo domicilio o
residenza e non se ne hanno più notizie, sorgono diverse questioni legali,
soprattutto relative alla gestione del suo patrimonio e, eventualmente,
all'apertura della successione. In assenza di informazioni certe sulla vita o
la morte del soggetto, la legge prevede diversi passaggi per gestire la sua
assenza.
Immediatamente dopo la Scomparsa: Chiunque abbia un
interesse o il pubblico ministero può chiedere al tribunale dell'ultimo
domicilio o residenza dello scomparso la nomina di un curatore, con lo scopo di
preservare il patrimonio dello scomparso.
Dopo due anni dalla Scomparsa: Trascorsi due anni
dall'ultimo avvistamento o notizia dello scomparso, il tribunale può dichiarare
l’assenza della persona e assegnare temporaneamente i beni di quest’ultimo a
coloro che ne sarebbero stati gli eredi legali, se fosse deceduto. Questi
avranno il diritto di amministrare i beni e percepire eventuali rendite, pur
senza poterli alienare o ipotecare.
Dopo dieci anni dalla Scomparsa: Se, dopo dieci anni, non si
hanno ancora notizie dello scomparso, il tribunale può dichiarare la sua morte
presunta, con tutti gli effetti legali che ciò comporta, tra cui l’apertura
della successione. Questa dichiarazione produce effetti retroattivi dalla data
della morte presunta.
Ulteriori Aspetti e Conseguenze:
La dichiarazione di morte presunta non esclude la
possibilità di un successivo accertamento giudiziale della morte naturale o
dell’eventuale sopravvivenza del soggetto.
Se lo scomparso ricompare, ha il diritto alla restituzione
dei beni nel loro stato attuale o al valore dei beni venduti, a meno che questi
non siano stati già consumati.
In caso di ricomparsa del soggetto, un nuovo matrimonio del
coniuge perde efficacia, con il ripristino del precedente vincolo matrimoniale,
a meno che il nuovo matrimonio non sia ritenuto putativo, producendo quindi
effetti legali validi.
Questi passaggi e procedure legali sono essenziali per
proteggere gli interessi di tutti i soggetti coinvolti, tra cui potenziali
eredi, creditori e, nel caso in cui lo scomparso dovesse ricomparire, lo stesso
individuo. La legge, con le sue fasi e le sue protezioni, cerca di bilanciare
gli interessi e i diritti delle parti, fronteggiando l'incertezza e le
possibili conseguenze della scomparsa di una persona.
I vari tipi di persona giuridica: Le associazioni
Un'associazione è una struttura organizzativa collettiva, la
cui missione è perseguire interessi e obiettivi di natura prevalentemente
ideale e non economica. Tale entità è formata da persone unite volontariamente
con l'intento di realizzare fini comuni, mettendo in comune risorse, conoscenze
ed energie. Sebbene il suo scopo principale non sia la generazione di profitto,
un'associazione può svolgere attività economiche, purché eventuali ricavi o
profitti siano rigorosamente reinvestiti nell'associazione, a supporto del
raggiungimento degli scopi delineati dallo statuto. È tassativamente proibito,
infatti, distribuire utili ai membri o partecipanti dell'associazione.
Secondo l'art. 38 del codice civile, per le obbligazioni
derivanti da azioni intraprese da chi agisce in nome e per conto
dell'associazione non riconosciuta, risponde l'associazione stessa con il fondo
comune, e personalmente e solidalmente, rispondono le persone che hanno agito.
Pertanto, coloro che hanno agito per conto dell'associazione assumono
responsabilità notevoli e specifiche, e in caso di inadempienze
dell’associazione, possono essere chiamati a rispondere personalmente e
congiuntamente per i debiti contratti.
Questo implica l'importanza di operare con la massima
diligenza, onestà e prudenza, nel rispetto delle disposizioni statutarie e
delle normative di legge vigenti, al fine di salvaguardare l'integrità e la
solvibilità dell'associazione.
Le associazioni svolgono un ruolo cruciale nella promozione
e nel sostegno di iniziative di rilevanza sociale, culturale, educativa,
sportiva e ricreativa, arricchendo la vita delle comunità in cui sono inserite
e propagando valori di solidarietà e impegno civico. La loro funzione è,
quindi, indispensabile per il progresso e il benessere della società.
Le fondazioni
Le fondazioni sono entità giuridiche stabilite con l'intento
di realizzare obiettivi di pubblica utilità, in campi come l'educazione, la
cultura, la ricerca, la sanità, la solidarietà sociale e molti altri.
Contrariamente alle associazioni, le fondazioni non sono costituite dalla
volontà associativa di più persone, ma solitamente da un unico fondatore che
destina un patrimonio, che può essere in denaro, beni o diritti, a uno
specifico scopo benefico o filantropico.
Il loro scopo deve essere imperativamente di pubblica
utilità, ovvero, deve perseguire il benessere collettivo e soddisfare interessi
della comunità, e per questo, il campo d'azione delle fondazioni è ancor più
ristretto e regolamentato rispetto a quello delle associazioni. Le fondazioni,
infatti, operano attraverso programmi e progetti che non possono deviare
dall’interesse generale e dal perseguimento del bene comune, e qualsiasi utilizzo
del patrimonio e degli eventuali profitti deve essere rigorosamente allineato
ai fini istituzionali dichiarati.
Le fondazioni, quindi, svolgono un ruolo significativo nel
contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della comunità,
fungendo da catalizzatori di risorse e competenze per la realizzazione di
iniziative che rispondono a bisogni collettivi e promuovono il miglioramento
della qualità della vita e il progresso della società.
La persona giuridica: società di persone e di capitali
Le società sono entità che si costituiscono con l'obiettivo
di realizzare profitti, ed sono strettamente regolamentate dalla legge. Le
società si dividono principalmente in due tipologie: società di persone e
società di capitali, e ciascuna di queste ha delle specifiche caratteristiche e
regolamentazioni.
Le società di persone, tra le quali si annoverano la società
semplice, la società in nome collettivo e la società in accomandita semplice,
sono entità in cui i soci, persone fisiche o giuridiche, sono direttamente
responsabili delle obbligazioni sociali. Pur essendo considerate soggetti
giuridici, le società di persone non possiedono una propria personalità
giuridica distinta da quella dei soci. Questo significa che i soci rispondono
personalmente e, in alcuni casi, illimitatamente dei debiti della società,
rendendo il loro patrimonio personale esposto ai creditori sociali.
Dall’altra parte, le società di capitali, come la società
per azioni, la società in accomandita per azioni e la società a responsabilità
limitata, sono dotate di personalità giuridica propria. Ciò comporta una netta
separazione tra il patrimonio della società e quello dei soci. In questo tipo
di società, i soci non sono personalmente responsabili dei debiti sociali,
limitando la loro perdita massima al capitale investito nella società. Questo
sistema protegge il patrimonio personale dei soci dalle eventuali perdite della
società.
Tuttavia, nelle società di capitali può emergere un problema
di responsabilità per gli amministratori nel caso in cui abbiano gestito la
società in modo negligente o imprudente, causando danni. In tali circostanze,
gli amministratori possono essere chiamati a rispondere personalmente per gli
atti compiuti durante l'esercizio della loro funzione, soprattutto se tali atti
hanno provocato danni ai terzi o alla società stessa.
Le persone giuridiche: Gli enti pubblici
Gli enti pubblici si differenziano significativamente dalle
organizzazioni collettive private, come associazioni, fondazioni e società,
rappresentando entità giuridiche pubbliche, regolate da normative specifiche,
con finalità e poteri distinti. Le loro funzioni sono dettate dal diritto
pubblico, e il loro raggio di azione è solitamente legato alla tutela del bene
comune e alla realizzazione degli interessi della collettività.
Tipologie di Enti Pubblici: gli enti pubblici includono lo
Stato e altri enti territoriali come regioni, province, città metropolitane e
comuni, ciascuno dotato di specifiche competenze e autonomie. Essi
rappresentano diversi livelli della comunità nazionale, regionale o locale e
operano nell'ambito delle proprie attribuzioni per rispondere ai bisogni
generali delle rispettive comunità, esercitando poteri sovrani e potestà di
imperio, e rispettando le forme e i limiti stabiliti dalla Costituzione.
Inoltre, esistono altri enti pubblici con finalità
specifiche, che possono essere nazionali o locali e mono o plurisettoriali,
come enti di previdenza e università, o enti pubblici economici focalizzati su
attività commerciali. Questi enti possono essere considerati strumentali dello
Stato o di altri enti territoriali, avendo lo scopo di implementare specifiche
funzioni che gli enti territoriali potrebbero esercitare direttamente.
Caratteristiche e Regolamentazioni: gli enti pubblici
operano secondo norme specifiche esterne al codice civile e presentano
un’atipicità strutturale, ovvero l’assenza di normative univoche applicabili a
tutti gli enti pubblici. I loro regolamenti, poteri, funzioni e strutture sono
variamente definiti da diverse leggi, in base al tipo e all'ambito di
competenza dell'ente pubblico.
Le strutture organizzative degli enti pubblici territoriali
possono essere vagamente paragonate a quelle delle associazioni e delle
società, avendo un organo assembleare come i consigli regionali, provinciali,
comunali, o il parlamento, mentre gli enti pubblici strumentali tendono a
riprodurre schemi più simili a quelli delle fondazioni, con solo organi
esecutivi.
Capacità e Responsabilità: gli enti pubblici territoriali
godono di una doppia capacità, di diritto pubblico e privato. Possono emanare
atti autoritativi, dettare norme e regolamenti, e allo stesso tempo, operare in
un contesto di diritto privato, acquistando beni, stipulando contratti e
assumendo personale. In contrasto, gli enti pubblici strumentali possiedono
principalmente capacità di diritto privato, e le loro operazioni e rapporti
sono in genere regolati dal codice civile.
In sintesi, gli enti pubblici sono essenziali per la
gestione e l'organizzazione delle comunità a diversi livelli, con funzioni,
responsabilità e strutturazioni diverse, operando secondo le leggi e i principi
del diritto pubblico e, in alcuni casi, del diritto privato.