Risorse idriche: gestione e disciplina
Le risorse idriche sono
beni essenziali per la sostenibilità e il benessere delle comunità,
sottolineando l'importanza di una gestione responsabile per garantire l'accesso
equo e la conservazione per le future generazioni. L'articolo affronta diverse
tematiche legate all'acqua: la sua natura come bene comune e patrimonio
demaniale, evidenziando l'inalienabilità delle infrastrutture correlate; la
necessità di una gestione basata su solidarietà e sostenibilità; le limitazioni
legali sull'uso delle risorse idriche, privilegiando le necessità vitali umane
e agricole; le procedure per affidare la gestione delle risorse idriche a
soggetti esterni attraverso convenzioni e normative; e infine, l'elaborazione e
modulazione delle tariffe idriche, enfatizzando il principio del recupero dei
costi e la equa distribuzione delle spese tra diversi gruppi di consumatori.

Gestione delle risorse idriche e beni comuni
Le risorse idriche
rappresentano uno dei più fondamentali beni comuni, essenziali per la vita e
per lo sviluppo sostenibile delle comunità. L'intera collettività ha un
interesse primario verso queste risorse, non solo per garantire l'accesso
all'acqua a costi accessibili e equi, ma anche per preservare la sua integrità
e disponibilità per le generazioni future. L'acqua, come bene insostituibile,
va tutelata e gestita con responsabilità, per assicurare che ogni individuo
possa fruirne, nel rispetto dei diritti di tutti e delle esigenze
dell'ecosistema. La sua conservazione rappresenta un impegno collettivo, un
dovere verso noi stessi e verso chi verrà dopo di noi.
Le risorse idriche quali beni demaniali
Le risorse idriche, siano
esse superficiali o sotterranee, rappresentano una componente fondamentale del
patrimonio pubblico e, in base alle previsioni di legge, appartengono
specificamente al demanio dello Stato. Questo status demaniale viene riconosciuto
non solo alle acque in sé, ma si estende anche alle infrastrutture idriche
pubbliche ad esse correlate. Gli acquedotti, le fognature, gli impianti di
depurazione e tutte le altre strutture correlate, almeno fino al punto di
consegna e/o misurazione, sono classificati come beni demaniali secondo gli
articoli 822 e seguenti del codice civile. Questa qualifica comporta specifiche
garanzie e restrizioni: tali beni, infatti, sono inalienabili, ossia non
possono essere venduti o trasferiti a privati, se non nei modi e nei limiti
espressamente stabiliti dalla legge. Questa previsione rafforza l'idea di una
gestione e tutela pubblica delle risorse idriche, ponendo l'accento sulla loro
importanza strategica e sul dovere collettivo di preservarle per il bene comune
e per le generazioni future.
Sostenibilità e solidarietà della gestione del bene acqua
La gestione delle risorse
idriche rappresenta una sfida di vitale importanza e deve essere orientata da
principi solidi e sostenibili.
Le disposizioni
legislative sottolineano come le acque siano una risorsa preziosa, le cui
modalità d'uso dovrebbero essere improntate a criteri di solidarietà e
sostenibilità, garantendo non solo le esigenze dell'attuale generazione ma
anche rispettando i diritti delle generazioni future a beneficiare di un
patrimonio ambientale integro.
Questo impegno
legislativo mira a garantire che le risorse idriche siano utilizzate in modo
razionale, evitando sprechi e incentivando il rinnovamento delle risorse
stesse. L'obiettivo fondamentale è di preservare l'integrità del patrimonio
idrico, tutelando non solo le acque in sé, ma anche l'ambiente circostante,
l'agricoltura, la piscicoltura, la fauna, la flora acquatica e gli equilibri
naturali del territorio.
Anche nella
determinazione delle tariffe per l'uso delle risorse idriche, può emergere un
criterio di equità, dove si considerano variabili come l'uso specifico e la
capacità economica, favorendo un approccio sia sostenibile che solidale.
Limitazione degli usi delle risorse idriche
La normativa in materia
di risorse idriche stabilisce chiaramente una gerarchia di utilizzo, ponendo in
primo piano la tutela delle esigenze vitali dell'essere umano.
L'articolo 144 del Codice
dell'Ambiente sancisce che, sebbene possano esistere diversi usi delle risorse
idriche, la priorità assoluta va data al consumo umano, garantendo che sia
soddisfatto in ogni circostanza. Solo una volta assicurato tale consumo, si
possono prendere in considerazione altri utilizzi, a patto che non
compromettano la qualità dell'acqua disponibile.
L'articolo 167 del
medesimo codice ribadisce questo concetto, specificando che nei periodi di
siccità o di scarsità di risorse idriche, l'uso agricolo - che comprende anche
l'acquacoltura - viene subito dopo il consumo umano nella scala di priorità.
Questo riconosce
l'importanza vitale dell'agricoltura per l'economia e la società, ma sottolinea
al contempo che la salute e il benessere delle persone sono di primaria
importanza. Pertanto, qualsiasi altro uso delle risorse idriche può essere
considerato solo dopo aver garantito questi due usi prioritari.
Affidamento della gestione delle risorse idriche
La gestione delle risorse
idriche e delle relative infrastrutture può essere affidata a soggetti esterni
attraverso specifiche modalità stabilite dalla legge. Quest'affidamento avviene
sotto l'egida dell'ente di governo dell'ambito territoriale ottimale, che deve
garantire il rispetto del piano d'ambito e del principio di unicità di gestione
per ciascun ambito. L'ente, tenendo fede ai dettami dell'ordinamento europeo e
della normativa nazionale sui servizi pubblici locali a rete di rilevanza
economica, stabilisce la forma di gestione e affida il servizio a un soggetto
gestore.
Questo rapporto viene
formalizzato attraverso una convenzione, redatta dall'ente di governo
dell'ambito, basata su convenzioni tipo e sui relativi disciplinari.
Tale convenzione prevede
diversi aspetti cruciali come: la modalità di gestione del servizio, la durata
massima dell'affidamento (non oltre trenta anni), le opere da realizzare come
previsto dal bando di gara, l'obbligo di mantenere l'equilibrio economico-finanziario,
il livello di efficienza e affidabilità del servizio, e le modalità di
applicazione e aggiornamento delle tariffe.
È fondamentale
sottolineare che l'ente di governo ha il diritto di accedere e verificare le
infrastrutture idriche in ogni fase, inclusa quella costruttiva. Se il gestore
non adempie agli obblighi stabiliti dalla legge o dalla convenzione, l'ente di
governo ha il potere di intervenire. In caso di gravi inadempienze, l'ente può
anche sostituirsi al gestore, commissionando a terzi le opere necessarie,
sempre nel rispetto delle normative sugli appalti pubblici.
La Tariffa del servizio idrico integrato
La tariffa relativa alle
risorse idriche è un elemento fondamentale nella gestione dell'acqua e viene
determinata seguendo diversi principi, tra cui la qualità della risorsa idrica,
il livello del servizio offerto, le necessità infrastrutturali, i costi di
gestione delle opere e delle aree protette, e anche una porzione dei costi
operativi dell'ente di governo dell'ambito territoriale. Questo approccio
garantisce che tutti i costi, sia di investimento che operativi, siano
completamente coperti, rispettando il principio del recupero dei costi e la
logica del "chi inquina paga". Queste tariffe, pur avendo natura di
corrispettivo, sono modulate in base a specifiche direttive stabilite dal
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il quale, in
collaborazione con l'Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti,
individua le componenti di costo per la determinazione della tariffa nei vari
settori di utilizzo dell'acqua.
Oltre a ciò, è essenziale
sottolineare che la tariffa viene applicata dai gestori nel pieno rispetto
della convenzione e del relativo disciplinare. Un aspetto cruciale è la
possibilità di modulare la tariffa, garantendo agevolazioni per i consumi
domestici essenziali e per determinate categorie in base a scaglioni di reddito
prestabiliti. Questo sistema consente, ad esempio, di applicare tariffe meno
onerose per consumi basilari rispetto a quelli più elevati. Al contrario, sono
previste maggiorazioni di tariffa per le seconde case, gli alloggi stagionali e
per le aziende artigianali, commerciali e industriali, contribuendo così a una
redistribuzione più equa dei costi.