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Risorse idriche: gestione e disciplina

27 ottobre 2023

Le risorse idriche sono beni essenziali per la sostenibilità e il benessere delle comunità, sottolineando l'importanza di una gestione responsabile per garantire l'accesso equo e la conservazione per le future generazioni. L'articolo affronta diverse tematiche legate all'acqua: la sua natura come bene comune e patrimonio demaniale, evidenziando l'inalienabilità delle infrastrutture correlate; la necessità di una gestione basata su solidarietà e sostenibilità; le limitazioni legali sull'uso delle risorse idriche, privilegiando le necessità vitali umane e agricole; le procedure per affidare la gestione delle risorse idriche a soggetti esterni attraverso convenzioni e normative; e infine, l'elaborazione e modulazione delle tariffe idriche, enfatizzando il principio del recupero dei costi e la equa distribuzione delle spese tra diversi gruppi di consumatori.

Risorse idriche: gestione e disciplina
Risorse idriche: gestione e disciplina

Gestione delle risorse idriche e beni comuni

Le risorse idriche rappresentano uno dei più fondamentali beni comuni, essenziali per la vita e per lo sviluppo sostenibile delle comunità. L'intera collettività ha un interesse primario verso queste risorse, non solo per garantire l'accesso all'acqua a costi accessibili e equi, ma anche per preservare la sua integrità e disponibilità per le generazioni future. L'acqua, come bene insostituibile, va tutelata e gestita con responsabilità, per assicurare che ogni individuo possa fruirne, nel rispetto dei diritti di tutti e delle esigenze dell'ecosistema. La sua conservazione rappresenta un impegno collettivo, un dovere verso noi stessi e verso chi verrà dopo di noi.

Le risorse idriche quali beni demaniali

Le risorse idriche, siano esse superficiali o sotterranee, rappresentano una componente fondamentale del patrimonio pubblico e, in base alle previsioni di legge, appartengono specificamente al demanio dello Stato. Questo status demaniale viene riconosciuto non solo alle acque in sé, ma si estende anche alle infrastrutture idriche pubbliche ad esse correlate. Gli acquedotti, le fognature, gli impianti di depurazione e tutte le altre strutture correlate, almeno fino al punto di consegna e/o misurazione, sono classificati come beni demaniali secondo gli articoli 822 e seguenti del codice civile. Questa qualifica comporta specifiche garanzie e restrizioni: tali beni, infatti, sono inalienabili, ossia non possono essere venduti o trasferiti a privati, se non nei modi e nei limiti espressamente stabiliti dalla legge. Questa previsione rafforza l'idea di una gestione e tutela pubblica delle risorse idriche, ponendo l'accento sulla loro importanza strategica e sul dovere collettivo di preservarle per il bene comune e per le generazioni future.

Sostenibilità e solidarietà della gestione del bene acqua

La gestione delle risorse idriche rappresenta una sfida di vitale importanza e deve essere orientata da principi solidi e sostenibili.

Le disposizioni legislative sottolineano come le acque siano una risorsa preziosa, le cui modalità d'uso dovrebbero essere improntate a criteri di solidarietà e sostenibilità, garantendo non solo le esigenze dell'attuale generazione ma anche rispettando i diritti delle generazioni future a beneficiare di un patrimonio ambientale integro.

Questo impegno legislativo mira a garantire che le risorse idriche siano utilizzate in modo razionale, evitando sprechi e incentivando il rinnovamento delle risorse stesse. L'obiettivo fondamentale è di preservare l'integrità del patrimonio idrico, tutelando non solo le acque in sé, ma anche l'ambiente circostante, l'agricoltura, la piscicoltura, la fauna, la flora acquatica e gli equilibri naturali del territorio.

Anche nella determinazione delle tariffe per l'uso delle risorse idriche, può emergere un criterio di equità, dove si considerano variabili come l'uso specifico e la capacità economica, favorendo un approccio sia sostenibile che solidale.

Limitazione degli usi delle risorse idriche

La normativa in materia di risorse idriche stabilisce chiaramente una gerarchia di utilizzo, ponendo in primo piano la tutela delle esigenze vitali dell'essere umano.

L'articolo 144 del Codice dell'Ambiente sancisce che, sebbene possano esistere diversi usi delle risorse idriche, la priorità assoluta va data al consumo umano, garantendo che sia soddisfatto in ogni circostanza. Solo una volta assicurato tale consumo, si possono prendere in considerazione altri utilizzi, a patto che non compromettano la qualità dell'acqua disponibile.

L'articolo 167 del medesimo codice ribadisce questo concetto, specificando che nei periodi di siccità o di scarsità di risorse idriche, l'uso agricolo - che comprende anche l'acquacoltura - viene subito dopo il consumo umano nella scala di priorità.

Questo riconosce l'importanza vitale dell'agricoltura per l'economia e la società, ma sottolinea al contempo che la salute e il benessere delle persone sono di primaria importanza. Pertanto, qualsiasi altro uso delle risorse idriche può essere considerato solo dopo aver garantito questi due usi prioritari.

Affidamento della gestione delle risorse idriche

La gestione delle risorse idriche e delle relative infrastrutture può essere affidata a soggetti esterni attraverso specifiche modalità stabilite dalla legge. Quest'affidamento avviene sotto l'egida dell'ente di governo dell'ambito territoriale ottimale, che deve garantire il rispetto del piano d'ambito e del principio di unicità di gestione per ciascun ambito. L'ente, tenendo fede ai dettami dell'ordinamento europeo e della normativa nazionale sui servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica, stabilisce la forma di gestione e affida il servizio a un soggetto gestore.

Questo rapporto viene formalizzato attraverso una convenzione, redatta dall'ente di governo dell'ambito, basata su convenzioni tipo e sui relativi disciplinari.

Tale convenzione prevede diversi aspetti cruciali come: la modalità di gestione del servizio, la durata massima dell'affidamento (non oltre trenta anni), le opere da realizzare come previsto dal bando di gara, l'obbligo di mantenere l'equilibrio economico-finanziario, il livello di efficienza e affidabilità del servizio, e le modalità di applicazione e aggiornamento delle tariffe.

È fondamentale sottolineare che l'ente di governo ha il diritto di accedere e verificare le infrastrutture idriche in ogni fase, inclusa quella costruttiva. Se il gestore non adempie agli obblighi stabiliti dalla legge o dalla convenzione, l'ente di governo ha il potere di intervenire. In caso di gravi inadempienze, l'ente può anche sostituirsi al gestore, commissionando a terzi le opere necessarie, sempre nel rispetto delle normative sugli appalti pubblici.

La Tariffa del servizio idrico integrato

La tariffa relativa alle risorse idriche è un elemento fondamentale nella gestione dell'acqua e viene determinata seguendo diversi principi, tra cui la qualità della risorsa idrica, il livello del servizio offerto, le necessità infrastrutturali, i costi di gestione delle opere e delle aree protette, e anche una porzione dei costi operativi dell'ente di governo dell'ambito territoriale. Questo approccio garantisce che tutti i costi, sia di investimento che operativi, siano completamente coperti, rispettando il principio del recupero dei costi e la logica del "chi inquina paga". Queste tariffe, pur avendo natura di corrispettivo, sono modulate in base a specifiche direttive stabilite dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il quale, in collaborazione con l'Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti, individua le componenti di costo per la determinazione della tariffa nei vari settori di utilizzo dell'acqua.

Oltre a ciò, è essenziale sottolineare che la tariffa viene applicata dai gestori nel pieno rispetto della convenzione e del relativo disciplinare. Un aspetto cruciale è la possibilità di modulare la tariffa, garantendo agevolazioni per i consumi domestici essenziali e per determinate categorie in base a scaglioni di reddito prestabiliti. Questo sistema consente, ad esempio, di applicare tariffe meno onerose per consumi basilari rispetto a quelli più elevati. Al contrario, sono previste maggiorazioni di tariffa per le seconde case, gli alloggi stagionali e per le aziende artigianali, commerciali e industriali, contribuendo così a una redistribuzione più equa dei costi.

Marco Ticozzi Avvocato Venezia

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