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Caparra Confirmatoria: Significato e Disciplina

9 novembre 2024

La caparra confirmatoria è uno strumento di garanzia contrattuale ampiamente utilizzato per assicurare il rispetto degli impegni presi al momento della stipula di un contratto. Concepita come una forma di risarcimento immediato, essa consente alla parte adempiente di recedere dal contratto trattenendo la somma versata a titolo di caparra o chiedendone il doppio in caso di inadempimento. Questo articolo esamina il significato della caparra confirmatoria, il suo funzionamento nei contratti preliminari, la possibilità di scegliere tra risoluzione e recesso, le circostanze in cui è dovuta la restituzione e la differenza con la caparra penitenziale.

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Caparra Confirmatoria: Cos’è e Quale Significato?

La caparra confirmatoria è definita dall’art. 1385 del Codice Civile come una somma di denaro o una quantità di beni fungibili consegnata da una parte all’altra, a titolo di garanzia del rispetto delle obbligazioni contrattuali. Non va confusa con un semplice acconto, poiché la caparra serve a confermare l’impegno assunto dalle parti e a garantire un risarcimento anticipato nel caso di inadempimento.

La dottrina attribuisce alla caparra una duplice funzione: da un lato conferma l’avvenuta conclusione del contratto, dall’altro funge da risarcimento preventivo per eventuali danni derivanti da inadempimento. Bavetta ha definito la caparra come un istituto che conferma l’impegno delle parti a rispettare i termini contrattuali (La caparra, Milano, 1963). Anche Bianca, nel suo volume Diritto Civile, V, Milano, 1994, approfondisce la triplice funzione della caparra confirmatoria, evidenziando il suo ruolo di garanzia e di prevenzione contro comportamenti opportunistici. A livello giurisprudenziale, la Cassazione ha più volte evidenziato l’importanza della caparra come strumento di tutela per le parti, come confermato nella sentenza Cass. n. 553/2009, che ha qualificato la caparra come risarcimento convenzionale del danno.

Cosa Prevede l’Art. 1385 del Codice Civile?

L’art. 1385 c.c. prevede che, in caso di inadempimento, la parte adempiente possa scegliere tra due opzioni: recedere dal contratto trattenendo la caparra ricevuta o esigere il doppio della caparra versata. Questo permette alla parte danneggiata di ottenere un risarcimento immediato, senza necessità di dimostrare l’entità del danno.

L’art. 1385 stabilisce inoltre che la parte adempiente può scegliere la risoluzione del contratto e chiedere il risarcimento del danno secondo le regole generali, senza essere vincolata al valore della caparra. De Nova approfondisce questo aspetto, descrivendo come la caparra conferisca un rimedio rapido e sicuro alle parti danneggiate e permetta loro di evitare procedure giudiziali complesse (Le clausole penali e la caparra confirmatoria, in Trattato Rescigno, 2a ed., Torino, 1995). La Corte di Cassazione, con la sentenza Cass. S.U. n. 553/2009, ha chiarito l’impossibilità di cumulare i rimedi previsti dall’art. 1385, confermando che una volta scelta la via della risoluzione con risarcimento integrale, non è possibile richiedere la caparra.

Dal punto di vista pratico, la caparra confirmatoria ha il vantaggio di essere immediatamente esigibile, offrendo alla parte non inadempiente un risarcimento senza attendere i tempi di un’azione giudiziale. Come sottolineato anche da Trimarchi in Caparra (dir. civ.), ED, VI, Milano, 1960, l’istituto funge da deterrente contro comportamenti sleali e garantisce il corretto adempimento delle obbligazioni.

Caparra Confirmatoria nel Contratto Preliminare

Nei contratti preliminari, la caparra confirmatoria svolge una funzione particolarmente significativa, in quanto tutela il futuro adempimento delle obbligazioni contrattuali. Ad esempio, nel contesto della compravendita immobiliare, la caparra assicura che l’acquirente confermi l’impegno a completare la transazione. Se l’acquirente risulta inadempiente, il venditore può trattenere la caparra; viceversa, se è il venditore a non adempiere, l’acquirente ha diritto a richiedere il doppio della somma versata.

La Cassazione ha precisato, con la sentenza n. 7935/1997, che la caparra confirmatoria rappresenta una tutela preventiva per il creditore. Questo concetto è analizzato anche da Roppo in Il contratto, Trattato Iudica-Zatti, Milano, 2001, dove si spiega come la caparra confirmatoria sia uno strumento di autotutela che garantisce alle parti un risarcimento immediato in caso di violazione del contratto preliminare.

La caparra garantisce anche la serietà dell’impegno delle parti, poiché il rischio di perdere la somma versata o di pagarla doppia scoraggia eventuali ripensamenti o atteggiamenti opportunistici. La giurisprudenza, a tal proposito, ha sempre riconosciuto la legittimità della caparra confirmatoria come strumento di tutela per i contratti preliminari.

L’alternativa tra Risoluzione e Recesso

L’art. 1385 c.c. offre alla parte adempiente la possibilità di scegliere tra risoluzione e recesso. Questa alternativa consente una certa flessibilità nella gestione dell’inadempimento contrattuale, poiché permette alla parte danneggiata di scegliere il rimedio più adatto alle circostanze specifiche.

• Recesso: La parte adempiente può recedere dal contratto, trattenendo la caparra ricevuta o esigendo il doppio della caparra versata. Questo rimedio è rapido e non richiede una prova dettagliata del danno.

• Risoluzione: La parte adempiente può anche optare per la risoluzione del contratto e chiedere il risarcimento completo dei danni subiti, come previsto dagli artt. 1453 e ss. c.c.

La Cassazione ha chiarito che questi rimedi sono alternativi e non cumulabili. La sentenza Cass. n. 10178/2021 ribadisce che, una volta scelto il risarcimento completo, non è possibile richiedere anche la ritenzione della caparra. Secondo Marini in Caparra, I, Diritto Civile, EG, V, Roma, 1988, la caparra confirmatoria rappresenta una tutela di grande utilità per la parte adempiente, che può decidere di risolvere il contratto o recedere, a seconda delle circostanze e delle proprie esigenze.

Quando è Dovuta la Sua Restituzione?

La restituzione della caparra confirmatoria è obbligatoria in casi specifici, come l’annullamento del contratto, la risoluzione consensuale e l’inefficacia del contratto per cause indipendenti dall’inadempimento delle parti. In questi casi, la caparra perde la sua funzione risarcitoria, poiché non si verifica un inadempimento imputabile.

La giurisprudenza ha chiarito che la caparra deve essere restituita in caso di nullità del contratto o di annullamento per vizio del consenso. Ad esempio, il Tribunale di Spoleto, nella sentenza del 19 marzo 1998, ha stabilito che la caparra deve essere restituita nei casi di inefficacia genetica del contratto. Anche la Cassazione, con la sentenza n. 28298/2021, ha sottolineato come la caparra non possa essere trattenuta se non vi è inadempimento.

La restituzione della caparra rappresenta quindi una garanzia di correttezza per entrambe le parti, poiché evita che una di esse possa trarre vantaggio dall’inadempimento senza che sia imputabile all’altra.

La Differenza tra Caparra Confirmatoria e Penitenziale

È frequente confondere la caparra confirmatoria con la caparra penitenziale, ma le due clausole hanno una funzione diversa. La caparra confirmatoria ha una funzione risarcitoria, mentre la caparra penitenziale, regolata dall’art. 1386 c.c., rappresenta il prezzo del recesso e non implica necessariamente un inadempimento. La caparra penitenziale consente a una delle parti di recedere dal contratto senza obblighi risarcitori aggiuntivi.

Galgano, in Degli effetti del contratto, Comm. Scialoja e Branca, sub artt. 1372-1386, Bologna-Roma, 1993, spiega che la caparra penitenziale si configura come il corrispettivo per l’esercizio del diritto di recesso, e non è collegata a un’eventuale colpa o inadempimento. Questo significa che, a differenza della caparra confirmatoria, la caparra penitenziale non mira a risarcire la parte danneggiata ma piuttosto a garantire la possibilità di sciogliere il contratto senza ulteriori conseguenze. La distinzione è stata confermata dalla giurisprudenza, che ha sempre distinto nettamente tra i due istituti per funzione e struttura.

Conclusione

La caparra confirmatoria è uno strumento di tutela importante e versatile, capace di adattarsi a vari contesti contrattuali e di offrire una protezione immediata in caso di inadempimento. Oltre a confermare l’impegno delle parti, essa funge da deterrente contro comportamenti sleali e permette alla parte adempiente di ottenere rapidamente un risarcimento o di risolvere il contratto senza dover ricorrere al giudice. La possibilità di scegliere tra il recesso con trattenimento della caparra e la risoluzione del contratto consente una gestione flessibile delle controversie, agevolando il raggiungimento di soluzioni rapide e funzionali.

Nella pratica, la caparra confirmatoria è particolarmente utile nei contratti preliminari, come quelli di compravendita immobiliare, dove tutela le parti da ripensamenti o violazioni degli impegni. La dottrina e la giurisprudenza italiana, attraverso gli studi di autori come Bavetta, Bianca e De Nova, hanno evidenziato la sua rilevanza, definendola un’istituzione giuridica di grande valore per la prevenzione dei contenziosi.

Infine, la distinzione tra caparra confirmatoria e caparra penitenziale è fondamentale per evitare confusioni e applicazioni erronee: mentre la prima ha una funzione risarcitoria, la seconda rappresenta solo il prezzo del diritto di recesso. Comprendere queste differenze permette alle parti contrattuali di scegliere lo strumento giuridico più adeguato alle proprie esigenze e di garantirsi una maggiore sicurezza nei rapporti contrattuali.

Marco Ticozzi Avvocato Venezia

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