4 gennaio 2025
Quando si eredita un bene, oltre al valore affettivo e patrimoniale, subentra anche un aspetto fiscale: il pagamento delle imposte di successione. Ma cosa succede se non si hanno i soldi per pagare la successione? Fortunatamente, la normativa italiana offre diverse soluzioni per far fronte a questa situazione, come la possibilità di rateizzare il pagamento o di suddividere l’importo tra più eredi. In questo articolo vedremo quali sono le opzioni disponibili, come funziona la rateizzazione dell’imposta di successione, chi è obbligato a pagare e cosa accade se non si riesce a far fronte al pagamento.
Quanto si paga di imposta di successione?
L’imposta di successione varia in base al grado di parentela tra il defunto e gli eredi e viene applicata solo sulla parte del patrimonio che supera determinate franchigie esenti. Le aliquote previste dalla normativa fiscale italiana sono le seguenti:
- 4% sul valore dell’eredità, ma solo sulla parte che supera 1 milione di euro, se il beneficiario è il coniuge o un parente in linea retta (figli, genitori, nipoti diretti).
- 6% sul valore eccedente 100.000 euro per le eredità ricevute da fratelli e sorelle.
- 6% senza franchigia per gli altri parenti fino al quarto grado e per gli affini fino al terzo grado.
- 8% senza alcuna esenzione per tutti gli altri soggetti, come amici o conviventi non sposati.
Per gli eredi con disabilità grave, riconosciuta ai sensi della legge n. 104/1992, la franchigia è più alta e arriva a 1,5 milioni di euro.
L’imposta viene calcolata dall’Agenzia delle Entrate, che invia agli eredi un avviso di liquidazione con l’importo da versare. Il pagamento deve avvenire entro 60 giorni tramite modello F24, altrimenti si applicano sanzioni e interessi di mora.
Oltre all’imposta di successione, se l’asse ereditario comprende beni immobili o diritti reali immobiliari, sono dovute anche le imposte ipotecaria e catastale. Queste vengono calcolate in misura proporzionale:
- 2% del valore dell’immobile per l’imposta ipotecaria.
- 1% del valore dell’immobile per l’imposta catastale.
- Importo minimo di 200 euro per ciascuna imposta.
Se il valore dell’immobile è dichiarato in misura non inferiore a quella determinata su base catastale, l’Agenzia delle Entrate non può procedere alla rettifica del valore.
Tuttavia, in caso di trasferimento di un immobile non di lusso destinato a “prima casa”, l’erede può beneficiare di un’agevolazione fiscale, pagando l’imposta ipotecaria e catastale in misura fissa, pari a 200 euro per ciascuna imposta. Questa agevolazione spetta se almeno uno degli eredi ha i requisiti per il beneficio prima casa, come la residenza nel comune in cui si trova l’immobile o l’impegno a trasferirla entro 18 mesi.
La successione si può pagare a rate?
Sì, se l’importo dell’imposta da versare è superiore a 1.000 euro, è possibile chiedere la rateizzazione, rispettando le seguenti condizioni: • Almeno il 20% dell’importo deve essere pagato entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione. • Il restante importo può essere suddiviso in: • 8 rate trimestrali se l’imposta è inferiore a 20.000 euro. • 12 rate trimestrali se l’imposta supera 20.000 euro. • Sugli importi rateizzati vengono applicati interessi legali, calcolati a partire dal giorno successivo al versamento della prima rata. • Le rate devono essere pagate entro l’ultimo giorno di ciascun trimestre, per evitare sanzioni e ulteriori interessi di mora.
Il pagamento può avvenire tramite modello F24, indicando i codici tributo specifici, oppure con addebito diretto sul conto corrente, compilando il modulo apposito da presentare all’Agenzia delle Entrate.
Questa opzione consente agli eredi di diluire il pagamento nel tempo, riducendo il peso economico dell’imposta di successione, senza incorrere in penalità per mancato pagamento nei termini previsti.
Successione pagata da un solo erede: è possibile?
Sì, un solo erede può decidere di pagare l’intera imposta di successione per conto di tutti gli altri coeredi. Questa situazione può verificarsi, ad esempio, quando:
- Alcuni eredi non hanno disponibilità economica immediata per contribuire.
- Si vuole evitare sanzioni per ritardi nel pagamento.
- Un erede desidera regolarizzare la situazione per poter disporre più rapidamente dei beni ereditati.
Tuttavia, chi paga l’intero importo ha il diritto di richiedere agli altri eredi il rimborso della loro quota. Se gli altri non vogliono o non possono rimborsarlo, si può ricorrere alle vie legali per ottenere la restituzione delle somme anticipate.
Pagamento imposta di successione più eredi: chi paga?
L’imposta di successione è un obbligo di tutti gli eredi, ma il pagamento può avvenire in diversi modi:
- Pagamento congiunto: tutti gli eredi versano la loro quota individualmente.
- Pagamento da parte di un solo erede: un erede anticipa l’intero importo e chiede poi il rimborso agli altri.
- Rateizzazione per tutti: gli eredi possono chiedere una rateizzazione congiunta o individuale.
Se alcuni eredi non pagano la loro parte, l’Agenzia delle Entrate può rivalersi sugli altri eredi, in quanto la responsabilità è solidale. Questo significa che, se un erede si rifiuta di pagare, l’Agenzia può richiedere l’intero importo agli altri, che poi dovranno rivalersi sul debitore per ottenere il rimborso.
Cosa fare in caso di disaccordo tra gli eredi
Capita spesso che tra gli eredi ci siano opinioni contrastanti sulla gestione della successione e delle imposte connesse. Alcuni potrebbero voler pagare immediatamente, mentre altri potrebbero trovarsi in difficoltà economica o non essere d’accordo sulla suddivisione dei beni. In questi casi, è utile cercare un accordo, magari con l’aiuto di un consulente legale o fiscale. Se il disaccordo persiste, potrebbe essere necessario ricorrere a un giudice per risolvere la questione.
Cosa succede se non ho i soldi per pagare la successione?
Se un erede non ha i fondi per pagare l’imposta di successione, ci sono diverse possibilità:
- Rateizzazione: come spiegato prima, è possibile dilazionare il pagamento.
- Vendita di beni ereditati: se il patrimonio comprende immobili o altri beni di valore, è possibile venderne una parte per coprire le imposte.
- Accettazione con beneficio d’inventario: questa opzione permette di accettare l’eredità solo se i beni superano i debiti, evitando di ereditare eventuali passività.
- Rinuncia all’eredità: se si prevede che l’imposta sia troppo alta rispetto ai benefici, si può scegliere di rinunciare all’eredità prima della sua accettazione formale.
Se non viene pagata l’imposta e non si fa nulla per regolarizzare la situazione, si rischiano maggiorazioni, interessi di mora e pignoramenti sui beni ereditati.
Alternative per ottenere liquidità
Quando il pagamento delle imposte di successione rappresenta un problema economico, esistono diverse opzioni per ottenere liquidità senza dover rinunciare all’eredità. Alcune banche offrono prestiti specifici per il pagamento delle successioni, mentre in alcuni casi è possibile ottenere un anticipo sulle somme ereditate. La vendita di alcuni beni mobili o immobili può essere un’altra soluzione per coprire le spese senza indebitarsi.
Quanto tempo ho per pagare l’imposta di successione?
L’imposta di successione deve essere pagata entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia delle Entrate. Tuttavia:
- La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla morte del de cuius.
- Dopo la presentazione della dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate calcola l’imposta dovuta e invia un avviso di pagamento.
- Se non si paga entro i 60 giorni, iniziano ad applicarsi sanzioni e interessi di mora.
Evitare sanzioni: cosa fare per non incorrere in problemi fiscali
Se l’imposta di successione non viene pagata nei tempi previsti, possono scattare accertamenti fiscali con conseguenti sanzioni e interessi. L’Agenzia delle Entrate può verificare lo stato della dichiarazione di successione e notificare avvisi di liquidazione agli eredi. Per evitare problemi, è fondamentale tenere sotto controllo le scadenze, conservare la documentazione necessaria e, se necessario, chiedere una rateizzazione o un differimento del pagamento.
Conclusioni: come affrontare una successione senza soldi?
Affrontare una successione senza avere liquidità può sembrare complicato, ma ci sono diverse strategie per gestire la situazione:
- Chiedere la rateizzazione dell’imposta per dilazionare il pagamento nel tempo.
- Concordare con gli altri eredi il pagamento condiviso o lasciare che un solo erede si faccia carico dell’intero importo.
- Vendere una parte dell’eredità per ottenere i fondi necessari.
- Valutare l’accettazione con beneficio d’inventario se si temono debiti superiori al valore dei beni.
- Rinunciare all’eredità, se il pagamento dell’imposta risulta insostenibile.
La cosa più importante è non ignorare l’obbligo di pagamento, per evitare sanzioni e problemi con il Fisco. Se si è in difficoltà economiche, rivolgersi a un commercialista o a un esperto fiscale può aiutare a trovare la soluzione migliore.
Domande frequenti sulla successione e il pagamento delle imposte
1. Se non ho i soldi per pagare la successione, cosa posso fare?
Se non hai liquidità sufficiente per pagare l’imposta di successione, puoi:
- Chiedere la rateizzazione all’Agenzia delle Entrate, se l’importo supera i 1.000 euro.
- Vendere una parte dei beni ereditati per ottenere i fondi necessari.
- Valutare l’accettazione con beneficio d’inventario per non rischiare di ereditare più debiti che beni.
- Rinunciare all’eredità se il pagamento delle imposte risulta insostenibile.
2. La successione si può pagare a rate?
Sì, se l’imposta di successione supera 1.000 euro, è possibile chiedere la rateizzazione:
- Fino a 12 rate trimestrali se l’importo è inferiore a 20.000 euro.
- Fino a 48 rate trimestrali se l’imposta supera 20.000 euro. Per ottenere la rateizzazione, è necessario presentare domanda all’Agenzia delle Entrate prima della scadenza del pagamento.
3. Se la successione viene pagata da un solo erede, gli altri devono rimborsarlo?
Sì. Se un erede decide di pagare l’intera imposta per conto degli altri, ha il diritto di chiedere loro il rimborso della quota spettante. Se gli altri eredi si rifiutano di pagare, l’erede che ha anticipato le somme può agire legalmente per ottenere la restituzione.
4. Chi deve pagare l’imposta di successione se ci sono più eredi?
Tutti gli eredi sono obbligati al pagamento dell’imposta, ma il versamento può avvenire in diversi modi:
- Pagamento congiunto: ogni erede versa la propria quota.
- Pagamento da parte di un solo erede: uno paga per tutti e poi richiede il rimborso.
- Rateizzazione: tutti gli eredi possono concordare un pagamento dilazionato. Se un erede non paga, l’Agenzia delle Entrate può rivalersi sugli altri, in quanto la responsabilità è solidale.
5. Cosa succede se non si riesce a pagare la tassa di successione?
Se l’imposta di successione non viene pagata nei tempi previsti, si rischiano:
- Sanzioni e interessi di mora calcolati in base al ritardo.
- Pignoramenti sui beni ereditati se l’Agenzia delle Entrate avvia il recupero forzato.
- Problemi nella gestione dell’eredità, perché gli immobili restano bloccati e non possono essere venduti.
6. Quanto tempo ho per pagare l’imposta di successione?
- La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla morte del de cuius.
- Il pagamento dell’imposta deve avvenire entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione. Se non si paga nei termini, si accumulano interessi e sanzioni, rendendo il debito più oneroso.
7. Cosa succede se gli eredi sono in disaccordo sul pagamento?
Se tra gli eredi c’è disaccordo, è consigliabile cercare un accordo extragiudiziale, magari con il supporto di un commercialista o di un avvocato. Se il conflitto persiste, si può ricorrere al giudice per risolvere la questione.
8. È possibile ottenere un prestito per pagare l’imposta di successione?
Sì, alcune banche offrono prestiti o anticipi su somme ereditate per coprire il pagamento delle imposte. In alternativa, si può ipotecare un immobile ereditato per ottenere liquidità.
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