15 settembre 2025
Cosa prevede il nuovo divieto uso cellulare a scuola? La nuova circolare del Ministero dell’Istruzione estende il divieto di uso del telefono cellulare anche agli studenti della scuola superiore, durante tutto l’orario scolastico e non solo in classe. La misura nasce per contrastare gli effetti negativi legati all’uso eccessivo dello smartphone, sia sul rendimento scolastico sia sul benessere degli adolescenti. Nell’articolo vedremo in dettaglio cosa comporta il divieto, quando si applica, le eccezioni previste e le conseguenze in caso di violazione.
Divieto cellulari superiori: cosa prevede la nuova circolare scolastica
Dal settembre 2025 è in vigore una nuova disposizione del Ministero dell’Istruzione e del Merito che introduce un divieto cellulare scuola per gli studenti delle scuole superiori. Con una circolare indirizzata a dirigenti scolastici e coordinatori didattici del secondo ciclo, il Ministro Valditara ha formalizzato il divieto di utilizzo del telefono cellulare durante l’orario scolastico, comprese le attività didattiche.
Questa misura estende alle scuole superiori quanto già previsto nel luglio 2024 per il primo ciclo (scuole elementari e medie), rendendo uniforme l’approccio ministeriale all’uso degli smartphone in ambito scolastico. Il divieto è generale e non limitato alle sole ore di lezione: riguarda l’intero tempo di permanenza a scuola, fatta eccezione per i casi previsti nei piani educativi personalizzati.
Le istituzioni scolastiche sono ora chiamate ad aggiornare i propri regolamenti e il patto educativo di corresponsabilità per dare attuazione alla misura. Il divieto ha valore anche se lo studente utilizza il cellulare a fini apparentemente non dannosi, come ascoltare musica o scambiare messaggi, poiché ciò è considerato comunque incompatibile con la partecipazione scolastica.
Motivazioni scientifiche e impatto sull’apprendimento
Il Ministero ha motivato il provvedimento con riferimento a dati scientifici e ricerche internazionali che evidenziano l’impatto negativo dell’uso eccessivo dello smartphone sul rendimento scolastico e sul benessere psico-fisico degli adolescenti. Tra le fonti più autorevoli citate c’è l’OCSE, che nel 2024 ha pubblicato uno studio secondo cui l’uso non controllato dei dispositivi digitali è correlato al calo dei punteggi PISA in diversi Paesi europei.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato un incremento dei disturbi legati all’abuso di social media tra gli adolescenti, come sintomi di dipendenza, problemi di concentrazione e isolamento sociale. In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che oltre un quarto dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni mostra segnali di dipendenza dallo smartphone, con ricadute negative sul sonno e sulla qualità dello studio.
L’obiettivo del divieto, quindi, non è solo disciplinare: si tratta di una misura volta a proteggere la salute mentale e migliorare le condizioni per l’apprendimento. La scuola viene così intesa anche come spazio di educazione all’uso responsabile della tecnologia, in linea con le linee guida per l’educazione civica aggiornate nel 2024.
Quando si applica il divieto d’uso: orari, spazi e attività interessate
Il divieto cellulari in classe non si limita al momento della lezione frontale, ma si estende a tutte le situazioni in cui lo studente si trova nell’ambito scolastico. La circolare ministeriale è molto chiara: durante tutto l’orario scolastico, dall’ingresso alla fine delle attività, l’uso del cellulare è vietato, salvo eccezioni formali e motivate.
Sono inclusi anche i momenti di pausa, i cambi d’ora, le attività extracurricolari che si svolgono nell’orario scolastico e i laboratori. Il principio guida è che la scuola sia un luogo di apprendimento continuo, e l’uso del cellulare è ritenuto un ostacolo a questa esperienza.
Ci sono tuttavia delle deroghe: in presenza di un Piano Educativo Individualizzato (PEI) o di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), l’uso del cellulare può essere autorizzato come strumento di supporto all’apprendimento per alunni con disabilità o DSA. Inoltre, alcune attività nei settori tecnologici dell’istruzione tecnica – come informatica o telecomunicazioni – possono richiedere l’uso dello smartphone per specifici progetti didattici, ma solo se previsto esplicitamente nel piano formativo della scuola.
Divieto cellulari in classe o nell'intera scuola?
Una delle domande più frequenti riguarda l’estensione concreta del divieto: si applica solo in aula o in tutti gli spazi scolastici? La circolare ministeriale chiarisce che il divieto di utilizzo del cellulare non è limitato alla classe, ma riguarda l’intero orario scolastico, senza distinzioni di luogo.
Ciò significa che anche nei cortili, nei corridoi, nei bagni, durante la ricreazione o in altri spazi comuni lo studente non può utilizzare lo smartphone, salvo le eccezioni previste (ad esempio per PEI/PDP o casi urgenti autorizzati). Il Ministero non distingue tra le varie aree dell’istituto: è l’intero tempo scolastico a essere tutelato, non solo la singola lezione.
Questa impostazione rafforza l’idea che la scuola debba essere un ambiente coerente, in cui ogni momento favorisce la concentrazione, l’interazione e l’apprendimento, senza continue interruzioni digitali. Il rispetto di questa regola, tuttavia, va supportato da un'organizzazione interna efficace e da una comunicazione chiara con studenti e famiglie.
Eccezioni previste: disabilità, progetti tecnologici e urgenze
La circolare prevede alcune deroghe ben definite al divieto di utilizzo del cellulare, pensate per garantire l’inclusione scolastica e rispondere a specifiche esigenze. In primo luogo, è consentito l’uso dello smartphone agli studenti con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), se previsto all’interno di un Piano Educativo Individualizzato (PEI) o di un Piano Didattico Personalizzato (PDP).
In questi casi, il telefono non è considerato uno strumento di distrazione ma un supporto necessario all’attività didattica. È quindi fondamentale che gli istituti scolastici valutino attentamente le richieste in fase di redazione dei piani, così da evitare situazioni discriminatorie.
Un’ulteriore eccezione riguarda alcuni indirizzi scolastici, come quelli tecnici a indirizzo informatico o telecomunicazioni, nei quali il cellulare può essere impiegato per attività progettuali o sperimentali. Anche qui, però, l’uso dev’essere strettamente connesso al percorso formativo approvato e supervisionato dai docenti. Infine, può essere ammesso l’utilizzo del cellulare per motivi personali urgenti, ma solo con autorizzazione della scuola.
Come cambia il regolamento interno delle scuole
L’applicazione concreta del divieto richiede un aggiornamento formale dei regolamenti scolastici. Ogni istituto dovrà infatti adeguare sia il proprio regolamento d’istituto sia il patto educativo di corresponsabilità che viene sottoscritto da famiglie e studenti. In questo modo, la norma si traduce in obblighi chiari e condivisi tra tutte le parti coinvolte.
Il Ministero non impone un modello unico di attuazione, ma rimette all’autonomia organizzativa delle scuole la scelta delle modalità operative: ad esempio, alcune scuole potrebbero decidere di richiedere la consegna dei dispositivi all’ingresso, altre di limitarsi a sanzioni progressive in caso di uso improprio.
Sarà essenziale la formazione del personale scolastico per gestire correttamente il nuovo regime e garantire uniformità di comportamento. Una comunicazione chiara con le famiglie contribuirà inoltre a prevenire conflitti, sottolineando che lo scopo del divieto non è punitivo, ma educativo.
Cellulare vietato a scuola superiore: sanzioni e responsabilità educative
Nel caso in cui uno studente violi il divieto cellulari a scuola, la scuola è tenuta ad applicare sanzioni disciplinari previste nel regolamento. Queste possono includere richiami verbali, note disciplinari, allontanamenti temporanei dalle lezioni o la sospensione nei casi più gravi o reiterati.
Tuttavia, il Ministero insiste su un approccio che non sia puramente repressivo, ma formativo. Il messaggio è chiaro: la sanzione non deve essere un fine, ma un mezzo per costruire consapevolezza nell’uso corretto degli strumenti digitali. In quest’ottica, alcune scuole stanno valutando misure educative alternative, come incontri formativi, attività di riflessione guidata o laboratori sull’uso consapevole della tecnologia.
Questa responsabilità educativa si estende anche alle famiglie, che sono chiamate a collaborare attivamente nel far rispettare il divieto e nel promuovere abitudini sane. Il patto educativo di corresponsabilità assume un ruolo centrale: il rispetto delle regole sull’uso dei dispositivi non è solo questione di disciplina, ma parte integrante della crescita degli studenti.
Le conseguenze del divieto per l’uso del cellulare a scuola: tra benessere e diritto allo studio
L’introduzione del divieto di utilizzo dei cellulari nelle scuole superiori apre un dibattito complesso sul rapporto tra educazione, tecnologia e diritti individuali. Da un lato, l’obiettivo dichiarato è migliorare il rendimento scolastico e tutelare il benessere psicofisico degli studenti. Dall’altro, si pongono interrogativi legittimi su eventuali limitazioni alla libertà personale, soprattutto quando l’uso del dispositivo avviene fuori dall’orario delle lezioni ma comunque all’interno dell’edificio scolastico.
La misura, se ben applicata, può però avere effetti positivi tangibili: maggiore concentrazione, riduzione dei fenomeni di distrazione in classe, più interazione tra pari e maggiore consapevolezza del tempo digitale. Diverse esperienze internazionali, in Francia, Belgio e Paesi Bassi, confermano che un controllo rigoroso sull’uso degli smartphone ha migliorato il clima scolastico e favorito una didattica più efficace.
Resta fondamentale, però, che il divieto non venga vissuto come un’imposizione cieca. Le scuole devono accompagnarlo con un serio percorso educativo che aiuti gli studenti a comprendere le ragioni della scelta e a sviluppare un uso consapevole della tecnologia. Solo così si potrà trasformare una limitazione in una vera opportunità di crescita.
Conclusioni sul divieto uso cellulare nella scuola
Il divieto cellulare scuola introdotto nelle superiori rappresenta una svolta significativa nelle politiche educative italiane. Non si tratta solo di una regola di comportamento, ma di una scelta culturale che mette al centro la qualità dell’apprendimento e la salute degli studenti.
Ogni scuola è chiamata a interpretare questa misura all’interno della propria realtà, coinvolgendo docenti, famiglie e studenti in un percorso condiviso. È il momento per ridefinire il ruolo della tecnologia nella vita scolastica e per restituire alla scuola il suo spazio educativo “disconnesso”, ma più autentico. Scarica nella pagina la circolare ufficiale del Ministero dell’Istruzione: “Disposizioni in merito all'uso degli smartphone nel secondo ciclo di istruzione” – Circolare n. 3393/2025
FAQ sul divieto di cellulari a scuola
1. È vietato usare il cellulare a scuola anche durante la ricreazione?
Sì, il divieto si applica a tutto l’orario scolastico, comprese pause e intervalli.
2. Gli insegnanti possono usare il cellulare in classe?
La circolare riguarda gli studenti. Gli insegnanti possono utilizzarlo solo se necessario per l’attività didattica.
3. Lo studente con DSA può usare lo smartphone?
Sì, se previsto nel Piano Didattico Personalizzato, il cellulare può essere utilizzato come strumento compensativo.
4. Cosa succede se uno studente viola il divieto?
Sono previste sanzioni disciplinari definite dal regolamento scolastico: note, richiami, fino a sospensioni.
5. Si può usare il cellulare per un’emergenza personale?
Solo con autorizzazione della scuola e per motivi effettivamente urgenti e documentati.
6. Il divieto riguarda anche i tablet e i PC?
No, gli altri dispositivi digitali restano ammessi per finalità didattiche, secondo l’autonomia scolastica.
7. Il divieto vale anche per le attività pomeridiane scolastiche?
Sì, se svolte in orario scolastico e all’interno dell’istituto, salvo diverse indicazioni specifiche.
8. Questo divieto è valido anche per le scuole medie?
Sì, ma tramite una precedente circolare del luglio 2024: il provvedimento per le superiori ne è l’estensione.
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