5 agosto 2025
Cos’è la fideiussione omnibus e come funziona? Si tratta di una garanzia personale con cui un soggetto si impegna a coprire tutte le obbligazioni, presenti e future, di un debitore verso un creditore, fino a un importo massimo stabilito. Molto usata nei rapporti bancari e differente dalla fideiussione specifica, comporta però rischi rilevanti per il garante. In questo articolo vedremo in quali contratti è più frequente, perché è obbligatorio indicare il massimale, come recedere, e cosa accade se il contratto riproduce le clausole nulle del modello ABI dichiarate in contrasto con le norme antitrust. Una guida pratica e aggiornata, utile per capire diritti, doveri e tutele del fideiussore.
Che cos’è una fideiussione omnibus?
La fideiussione omnibus è una particolare forma di garanzia personale con cui un soggetto, detto fideiussore, si impegna nei confronti di un creditore a garantire l’adempimento di tutte le obbligazioni, presenti e future, assunte da un determinato debitore. A differenza della fideiussione specifica, che copre un debito ben individuato, la fideiussione omnibus ha un carattere “aperto”, estendendosi a una pluralità di rapporti giuridici che possono sorgere nel tempo.
Questa tipologia di garanzia è molto utilizzata in ambito bancario e finanziario. Ad esempio, quando una banca concede a un’impresa un’apertura di credito in conto corrente o altre linee di affidamento, può richiedere che un terzo presti fideiussione omnibus a copertura di tutte le obbligazioni che l’impresa assumerà nei confronti dell’istituto. Ciò consente alla banca di essere tutelata anche rispetto a debiti futuri che, al momento della stipula, non sono ancora determinati.
Dal punto di vista giuridico, la fideiussione omnibus è disciplinata dall’articolo 1936 del Codice Civile e seguenti, con specificità introdotte dalla giurisprudenza. Proprio per la sua ampiezza, questa garanzia può comportare rischi significativi per il fideiussore, che potrebbe trovarsi obbligato per importi rilevanti senza averne piena consapevolezza al momento della sottoscrizione. Per questo motivo è essenziale comprenderne bene la portata prima di accettare di prestarla.
La necessità dell’indicazione dell’importo massimo garantito
Un elemento fondamentale nella fideiussione omnibus è la previsione dell’importo massimo garantito. Tale limite è essenziale per evitare che il fideiussore sia vincolato senza una soglia chiara e predeterminata di responsabilità. In assenza di questo limite, la garanzia potrebbe essere considerata nulla, come più volte affermato dalla Corte di Cassazione, in quanto contraria a principi di determinatezza dell’obbligazione.
Nella pratica bancaria, l’importo massimo garantito viene indicato espressamente nella clausola contrattuale. Ad esempio, un fideiussore potrebbe impegnarsi fino a un massimo di 200.000 euro per tutte le obbligazioni contratte dal debitore nei confronti della banca. Ciò significa che, anche se il debito complessivo dovesse superare quella cifra, il garante non potrà essere obbligato oltre tale soglia.
Questo aspetto non è solo una tutela per il fideiussore, ma anche un elemento di chiarezza contrattuale che evita contenziosi futuri. In fase di stipula, è quindi opportuno verificare attentamente la clausola relativa al massimale e, se necessario, negoziare un importo che sia proporzionato alle proprie possibilità economiche. Un avvocato esperto in diritto bancario può assistere nella lettura e comprensione di tali clausole, prevenendo obblighi sproporzionati o non voluti.
Per quali contratti viene utilizzata
La fideiussione omnibus trova applicazione principalmente nei rapporti con banche e intermediari finanziari, ma può essere utilizzata anche in altre tipologie di contratti in cui sia necessario garantire obbligazioni future e non ancora determinate.
In ambito bancario, accompagna spesso aperture di credito, anticipi su fatture, concessione di mutui o finanziamenti flessibili, affidamenti per operazioni di factoring e leasing. In tali casi, la garanzia copre non solo il debito originario ma anche eventuali obbligazioni successive che possano sorgere nel corso del rapporto.
Non va però esclusa la possibilità che la fideiussione omnibus venga impiegata in contesti diversi dal settore bancario. Ad esempio, in rapporti commerciali tra imprese, un fornitore potrebbe richiedere una fideiussione omnibus a garanzia di tutte le forniture future, oppure in ambito immobiliare per coprire canoni di locazione e spese accessorie derivanti da un contratto di lunga durata.
La versatilità di questa garanzia la rende uno strumento potente, ma proprio per questo occorre prestare particolare attenzione al suo contenuto. La genericità del vincolo può infatti comportare un’esposizione più ampia di quanto il fideiussore possa immaginare, con conseguenze economiche importanti.
Differenza tra fideiussione omnibus e specifica
La principale distinzione tra fideiussione omnibus e fideiussione specifica riguarda l’ampiezza dell’obbligazione garantita. La fideiussione specifica è legata a un singolo debito, già determinato e identificabile, ad esempio un mutuo, un finanziamento o un contratto di fornitura. In questo caso, il fideiussore sa esattamente quale importo e quale obbligazione sta garantendo, senza rischi di estensione futura.
Al contrario, la fideiussione omnibus ha un carattere generale e può coprire un insieme di rapporti che il debitore intratterrà con il creditore nel tempo. Non è legata a una singola operazione, ma a tutte quelle che possono derivare dal rapporto contrattuale, incluse quelle non ancora esistenti al momento della firma. Questa caratteristica comporta un maggior rischio per il garante, che potrebbe trovarsi a dover rispondere di debiti contratti in momenti successivi e per importi complessivi più elevati.
Un esempio pratico: se un imprenditore ottiene dalla banca un mutuo garantito da fideiussione specifica, il garante risponde solo di quel mutuo. Se invece l’imprenditore dispone di un’apertura di credito garantita da fideiussione omnibus, il garante risponderà anche di eventuali ulteriori esposizioni maturate nel tempo, fino all’importo massimo pattuito. Per questo, la scelta tra le due forme di garanzia non è mai neutrale e deve essere valutata attentamente.
Recesso dalla fideiussione omnibus e obblighi del garante
Il fideiussore può recedere dalla fideiussione omnibus, ma il recesso non ha effetti immediati su tutte le obbligazioni garantite. Secondo l’articolo 1957 del Codice Civile, il garante resta obbligato per i debiti già sorti al momento del recesso, fino alla loro estinzione. In altre parole, recedere interrompe la garanzia per le obbligazioni future, ma non libera dalle obbligazioni già maturate.
Nella pratica, per esercitare il recesso è necessario comunicare formalmente la propria volontà al creditore, preferibilmente con raccomandata o PEC, e verificare se nel contratto siano previste specifiche modalità o preavvisi. Alcuni contratti prevedono infatti che il recesso sia efficace solo dopo un certo numero di giorni dalla ricezione della comunicazione.
È importante sapere che il recesso non riduce automaticamente l’esposizione economica del fideiussore: quest’ultimo potrebbe comunque dover versare importi consistenti per coprire debiti già assunti dal debitore garantito. Per questo motivo, è consigliabile valutare la possibilità di recesso solo dopo aver analizzato con precisione la situazione debitoria, eventualmente con l’assistenza di un legale esperto in diritto bancario.
Modello di fideiussione ABI e violazione norme antitrust
Le banche italiane utilizzano spesso schemi contrattuali predisposti dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) per la stipula delle fideiussioni omnibus. Nel 2005 la Banca d’Italia ha dichiarato contrarie alla disciplina antitrust tre clausole dello schema ABI:
- la reviviscenza (art. 2),
- la rinuncia ai termini ex art. 1957 c.c. (art. 6),
- la sopravvivenza della garanzia anche in caso di invalidità dell’obbligazione principale (art. 8).
Il problema, affrontato dalle Sezioni Unite della Cassazione con sentenza 30 dicembre 2021, n. 41994, riguarda le conseguenze quando tali clausole sono riprodotte nei contratti di fideiussione stipulati con i clienti (contratti “a valle”). La Corte ha chiarito che si applica il principio di nullità parziale: il contratto resta valido, ma sono nulle le sole clausole che riproducono quelle già dichiarate anticoncorrenziali. Solo se risulta che le parti non avrebbero stipulato il contratto senza quelle clausole, può cadere l’intero accordo.
In pratica, il fideiussore può chiedere l’eliminazione delle clausole nulle e, se ne ricorrono i presupposti, anche il risarcimento del danno. Questo principio tutela sia il garante, eliminando le pattuizioni più gravose, sia la banca, che mantiene comunque la garanzia nei limiti consentiti dalla legge.
Conclusione
La fideiussione omnibus è uno strumento di garanzia molto diffuso, soprattutto nei rapporti bancari, ma comporta rischi significativi per il fideiussore. La sua natura “aperta” implica che possa coprire più obbligazioni nel tempo, fino al massimale stabilito, rendendo essenziale una valutazione preventiva attenta. L’esperienza giurisprudenziale, in particolare sul modello ABI e sulle clausole dichiarate nulle per violazione delle norme antitrust, dimostra come il contenuto contrattuale possa incidere in modo determinante sugli obblighi del garante. La nullità parziale riconosciuta dalla Cassazione nel 2021 rappresenta una tutela importante, ma richiede di agire in giudizio per ottenerne gli effetti.
In ogni caso, prima di firmare o per valutare la possibilità di recesso o impugnazione, è consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto bancario, che possa verificare la correttezza del contratto e suggerire la strategia più adeguata.
Se desideri una consulenza legale, puoi contattare i recapiti dello studio presenti nella pagina.
Articolo redatto da Avv. Prof. Marco Ticozzi – Studio Legale a Padova, Mestre Venezia e Treviso
FAQ sulla fideiussione omnibus
1. Che differenza c’è tra fideiussione omnibus e fideiussione specifica?
La prima copre tutte le obbligazioni presenti e future verso un determinato creditore, fino a un importo massimo. La seconda garantisce solo un debito ben individuato.
2. È obbligatorio indicare l’importo massimo garantito?
Sì. Senza massimale la garanzia potrebbe essere nulla. Serve a delimitare l’impegno del fideiussore.
3. Posso recedere da una fideiussione omnibus?
Sì, ma il recesso vale solo per le obbligazioni future. Rimani obbligato per quelle già sorte.
4. Cosa succede se il contratto di fideiussione riproduce le clausole nulle del modello ABI?
Il contratto resta valido, ma le clausole vietate sono nulle. In certi casi, se essenziali, può cadere l’intero accordo.
5. La fideiussione omnibus è sempre a favore delle banche?
Non necessariamente: può essere utilizzata anche tra privati o imprese per garantire rapporti commerciali.
6. Se il debitore non paga, la banca può chiedere subito i soldi al garante?
Sì e può agire subito contro il garante se nel contratto non è previsto il beneficio di preventiva escussione del debitore principale.
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